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Ipocrisie italiane. La politica ferma gli ingressi, Confindustria costretta a importare immigrati

Moda, dopo i grandi marchi anche le filiere entrano nell’orbita dei big del lusso

Il rebus 2023. Dopo il boom, la crescita rallenta (ma si resta sopra i livelli 2019)

Economia

Superbonus, Riva (Confartigianato Lecco): “Lo stop è una mazzata per piccole imprese e famiglie”

La copertina

  • Packaging, dall’industria italiana un “no” alla bozza di riforma Ue. Ma c’è speranza di cambiarne il corso

    di M.G.F.
    Il business del packaging in Italia vale oltre 14 mld di ricavi, con epicentro in Emilia-Romagna. La Commissione Europea vuole ridefinire le norme con una nuova regolamentazione. L'Italia contesta principalmente le restrizioni agli imballaggi monouso e la promozione del riutilizzo, oltre che i sistemi vincolanti di vuoti a rendere su cauzione per bottiglie e lattine. Murizio Marchesini: “Va contro il riciclo e la propensione delle imprese italiane all’export”. Già approvati alcuni emendamenti più favorevoli per le nostre imprese, ma il voto definitivo si attende fra settembre e ottobre
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L'Analisi

    In Italia il tasso di riciclo raggiunge il 72%, quasi venti punti oltre la media Ue. La forza è nelle singole filiere

    di D.M.
    Dopo la riforma del 1997, l'industria italiana del riciclo si è affermata a livello europeo e oggi conta 4.800 imprese e 236mila occupati, generando un valore aggiunto di 10,5 mld. Lo rilevano i dati del Rapporto Il Riciclo in Italia 2022. Le filiere di eccellenza includono gli imballaggi e la gestione di carta, vetro, acciaio, alluminio, oli, solventi e rifiuti inerti dall’edilizia. Distanti dalle medie o dai target europei, sono i settori delle apparecchiature elettroniche, delle pile e dei veicoli fuori uso
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Approfondimenti

    Il riuso dei packaging in cartone? Banci (Fepa): “Spesso non è fattibile. Ma nel riciclo siamo eccellenti: la carta ha sette vite”

    di Selene Seliziato
    Il nostro Paese ha raggiunto e superato – in anticipo rispetto al target del 2030 – gli obiettivi imposti dall’Ue sul riciclo di materiali quali carta e cartone, vetro e plastica. Ma non c’è tempo di compiacersi. Da novembre scorso l’Europa discute un nuovo regolamento che preoccupa la filiera nostrana. Brumen (Comieco): “Abbiamo un primato storico ma forse dovremo cambiare senso di marcia”. Il responsabile sostenibilità di Fepa, Gianluca Banci: “La carta può essere riciclata circa sette volte. Riusare un imballaggio è difficilissimo, per questioni di durabilità e marketing”
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    Zuppichin (Piovan): “Per la plastica i due approcci possono coesistere, ma attenzione al peso della logistica”. E il futuro è del riciclo chimico

    di Damiano Manfrin
    La stretta dell’Ue sul packaging punta a preferire il riutilizzo anziché il riciclo anche e soprattutto per gli imballaggi in plastica. L’ad di Piovan: “Siamo favorevoli a qualunque normativa favorisca la circolarità e anche al riutilizzo ove questo è possibile, purché non si generi un impatto ambientale maggiore del sistema di riciclo”. L'Italia, che ricicla il 56% degli imballaggi in plastica, è più indietro nel riuso “perché si applica ad un numero più limitato di prodotti”. Poi “bisogna puntare anche sul riciclo chimico, con cui si potrà decomporre il polimero in monomeri originali ottenendo nuovamente plastica vergine”
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    L’Italia ricicla l’81% del vetro e punta all’86% entro il ’25. Intanto la proposta di bottiglie “standard” preoccupa il mondo del vino

    di K.F.
    Secondo i dati di CoReVe, il Consorzio che si occupa del recupero di questo materiale, nel 2022 abbiamo superato l’80% di vetro riciclato. Un record che conferma, per il quarto anno di fila, il superamento del target del 75% fissato dall’Ue per il 2030. La proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, focalizzandosi sul riutilizzo, preoccupa gli operatori. Alti i costi economici ed ambientali che deriverebbero dall'organizzare un sistema con cui rinviare ai vari fornitori e produttori i contenitori. Un problema evidente soprattutto in particolari comparti con aziende fortemente export oriented come quelle vitivinicole
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Economia in breve

  • 9 Maggio 2025

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I focus di Monitor

Cellie: “Con Milano diventiamo player mondiali. Un sistema fieristico regionale? Sappiamo crescere da soli”

L’ad di Fiere di Parma sull'asse Cibus-TuttoFood: “Milano è l’unica piazza italiana con la scala e le infrastrutture per giocare una partita mondiale sul Food". Contando anche Koelnmesse, partner storico di Parma, "possiamo oggi offrire un sistema fieristico integrato da 340mila metri quadrati". Un sistema fieristico unico sulla via Emilia? "Abbiamo dimostrato di saper crescere, e bene, anche da soli"

Con TuttoFood Fiere di Parma punta all’Europa. Partendo da Milano

Dal 5 all’8 maggio va in scena l’alleanza tra Fiere di Parma e Fiera Milano per ridefinire Tuttofood. Che diventa parte di una piattaforma internazionale grazie alla partnership anche con Koelnmesse. Il nuovo format integra food, beverage e mixology, amplia l’offerta espositiva e rafforza il posizionamento strategico in Europa. Focus su digitalizzazione e sostenibilità, con eventi anche diffusi in città e calendarizzazione alternata con Cibus e Anuga

Centro Carni: “I burger? Non più fast food ma gourmet. Il vegetale cresce, ma la carne non arretra”

Gruppo Felsineo: “Gli affettati vegetali saliranno al 20% del fatturato. Ma la mortadella resta il nostro pilastro e non sparirà”

Leggi tutta l'edizione

Bellanova: “L’intelligenza artificiale va integrata: altrimenti in Italia resterà solo lavoro povero”

Prima sindacalista nelle fila della Cgil, poi sottosegretaria, viceministra e infine ministra. Maria Teresa Bellanova, oggi in Italia Viva, è sempre stata impegnata sui temi del lavoro e dei diritti. Sull’ia dice: “Oggi la nostra sfida è aprirci all’innovazione. Devono farlo le imprese, ma anche i sindacati e la politica. È la via maestra per aumentare la produttività e così i salari”. Il monito a chi è ostile, o spaventato: “Un problema di oggi, se non affrontato, diventa molto più grave domani”

L’occupazione italiana cresce ma resta ultima in Ue. E intanto va in scena il referendum sul Jobs Act

Nel 2024 l’Italia vede aumentare gli occupati e calare i disoccupati, eppure resta fanalino di coda in Ue, soprattutto per le performance negative del Sud e l’elevato numero di inattivi (amplificato dal fenomeno del lavoro nero). Male la fascia 15-24 anni e le donne. A giugno i cittadini saranno chiamati a esprimersi sul Jobs Act, in vigore dal 2015. Ma per più di qualcuno è una battaglia di retroguardia

Molti giovani in fuga, pochi in arrivo. E il Paese perde forza lavoro e miliardi

Milan: “Aprire il capitale ai lavoratori per superare il conflitto tra vita e lavoro”

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Porro: “Il Salone è un investimento sul brand. Il successo non va misurato solo in termini di contratti chiusi”

Maria Porro, presidente del Salone del Mobile, difende il format della Design Week: “La questione dei costi è reale, ma non riguarda gli spazi espositivi. Su alloggi e mobilità faremo nuove partnership per costruire un’offerta più accessibile". E sul ritorno: "Va valutato su più livelli, non solo nei contratti chiusi nei sei giorni di fiera. Poter incontrare gli operatori statunitensi mentre Trump annunciava i dazi è stata un’opportunità rilevante”

Salone del Mobile tra fedelissimi e scettici: “Una vetrina”. “Ma fuori ci si fa notare meglio”

I numeri dell’edizione 2025, abbinata alla biennale Euroluce, sono in linea con il precedente del ’23. Ma le opinioni sono contrastanti. Presotto (Arblu): “In fiera costi alti, farsi notare è difficile. Per noi al FuoriSalone è andata benissimo”. Barona (Le Fablier): “Promuoviamo un nostro evento su invito, altrimenti passa chiunque e si fa confusione”. Ma Calligaris (Orbital Design Collective): “In azienda è difficile riunire tanti clienti come avviene in fiera”. E Fantoni: “Bene la crescita dei visitatori stranieri. Bisogna lavorare sull’armonia degli spazi e aumentare la qualità del Fuorisalone”

Minetto: “Moda e automotive oscurano la nostra filiera. Così la manifestazione rischia di implodere”

Per Gervasoni la convivenza funziona: “Il Fuorisalone è una festa e i costi del Salone non sono così alti”

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Sonia Bonfiglioli: “Trump preoccupa, ma sarà Xi Jinping a smontare la manifattura europea”

"La Cina sta colonizzando le filiere industriali europee pezzo per pezzo". L'avvertimento arriva dalla ceo dell’azienda leader globale nella componentistica meccatronica da 1,3 mld di ricavi. "Disarticolano la filiera europea dall’interno: acquisiscono Pmi europee per inserirsi nelle nostre filiere, sfruttando fonderie cinesi e prezzi doganali sottocosto. È concorrenza sleale". Il tema al centro del nostro Monitor in uscita domenica

Industria europea preoccupata dai dazi. Ma il vero pericolo viene dalla Cina

L’effetto collaterale del braccio di ferro Usa-Cina potrebbe essere un’invasione di prodotti cinesi sul mercato europeo. Una tesi che ha spinto il ministro Urso a parlare di rischio maremoto e a chiedere nuove misure di salvaguardia per contrastarlo. Montalban (Visottica): “Gli ordini si sono fermati. L’impatto sarà soprattutto sui consumi, ci stiamo preparando al rallentamento”. Bellini: “Gli americani guardano ancora all’Ue. Ma noi dobbiamo aumentare i consumi interni”. E intanto Hong Kong corteggia le imprese italiane

Liberali (Lu-Ve): “La Cina sta puntando sull’Africa, noi faremmo bene a considerare l’India”

La salvaguardia Ue protegge l’acciaio. “Ma nulla vieta ai cinesi di spedire qui i bulloni bloccati dagli Usa”

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LOMBARDIAPOST – RACCONTIAMO IL FUTURO DELLA LOMBARDIA

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