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Economia

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La copertina

  • Packaging, dall’industria italiana un “no” alla bozza di riforma Ue. Ma c’è speranza di cambiarne il corso

    di M.G.F.
    Il business del packaging in Italia vale oltre 14 mld di ricavi, con epicentro in Emilia-Romagna. La Commissione Europea vuole ridefinire le norme con una nuova regolamentazione. L'Italia contesta principalmente le restrizioni agli imballaggi monouso e la promozione del riutilizzo, oltre che i sistemi vincolanti di vuoti a rendere su cauzione per bottiglie e lattine. Murizio Marchesini: “Va contro il riciclo e la propensione delle imprese italiane all’export”. Già approvati alcuni emendamenti più favorevoli per le nostre imprese, ma il voto definitivo si attende fra settembre e ottobre
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L'Analisi

    In Italia il tasso di riciclo raggiunge il 72%, quasi venti punti oltre la media Ue. La forza è nelle singole filiere

    di D.M.
    Dopo la riforma del 1997, l'industria italiana del riciclo si è affermata a livello europeo e oggi conta 4.800 imprese e 236mila occupati, generando un valore aggiunto di 10,5 mld. Lo rilevano i dati del Rapporto Il Riciclo in Italia 2022. Le filiere di eccellenza includono gli imballaggi e la gestione di carta, vetro, acciaio, alluminio, oli, solventi e rifiuti inerti dall’edilizia. Distanti dalle medie o dai target europei, sono i settori delle apparecchiature elettroniche, delle pile e dei veicoli fuori uso
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Approfondimenti

    Il riuso dei packaging in cartone? Banci (Fepa): “Spesso non è fattibile. Ma nel riciclo siamo eccellenti: la carta ha sette vite”

    di Selene Seliziato
    Il nostro Paese ha raggiunto e superato – in anticipo rispetto al target del 2030 – gli obiettivi imposti dall’Ue sul riciclo di materiali quali carta e cartone, vetro e plastica. Ma non c’è tempo di compiacersi. Da novembre scorso l’Europa discute un nuovo regolamento che preoccupa la filiera nostrana. Brumen (Comieco): “Abbiamo un primato storico ma forse dovremo cambiare senso di marcia”. Il responsabile sostenibilità di Fepa, Gianluca Banci: “La carta può essere riciclata circa sette volte. Riusare un imballaggio è difficilissimo, per questioni di durabilità e marketing”
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    Zuppichin (Piovan): “Per la plastica i due approcci possono coesistere, ma attenzione al peso della logistica”. E il futuro è del riciclo chimico

    di Damiano Manfrin
    La stretta dell’Ue sul packaging punta a preferire il riutilizzo anziché il riciclo anche e soprattutto per gli imballaggi in plastica. L’ad di Piovan: “Siamo favorevoli a qualunque normativa favorisca la circolarità e anche al riutilizzo ove questo è possibile, purché non si generi un impatto ambientale maggiore del sistema di riciclo”. L'Italia, che ricicla il 56% degli imballaggi in plastica, è più indietro nel riuso “perché si applica ad un numero più limitato di prodotti”. Poi “bisogna puntare anche sul riciclo chimico, con cui si potrà decomporre il polimero in monomeri originali ottenendo nuovamente plastica vergine”
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    L’Italia ricicla l’81% del vetro e punta all’86% entro il ’25. Intanto la proposta di bottiglie “standard” preoccupa il mondo del vino

    di K.F.
    Secondo i dati di CoReVe, il Consorzio che si occupa del recupero di questo materiale, nel 2022 abbiamo superato l’80% di vetro riciclato. Un record che conferma, per il quarto anno di fila, il superamento del target del 75% fissato dall’Ue per il 2030. La proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, focalizzandosi sul riutilizzo, preoccupa gli operatori. Alti i costi economici ed ambientali che deriverebbero dall'organizzare un sistema con cui rinviare ai vari fornitori e produttori i contenitori. Un problema evidente soprattutto in particolari comparti con aziende fortemente export oriented come quelle vitivinicole
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I focus di Monitor

Becker: “Sbagliato puntare solo su Milano. La speculazione energetica pesa sul settore”

Emmanuel Becker, Ceo di Mediterra Datacenter ed ex presidente dell'Italian Datacenter Association: “Spesso i data center consumano meno di quanto dichiarato all’inizio”. La concentrazione in Lombardia? “Bisogna creare strutture regionali, distribuite sul territorio nazionale”. E con costi dell’energia più bassi “potremmo diventare un digital hub continentale”

Data center, boom di investimenti. Ora si discute una legge ad hoc

Il Paese vive un boom delle “fabbriche di dati”: 200 gli impianti attivi (un terzo a Milano) e oltre 340 le richieste autorizzative pervenute a Terna nel ‘25 per allacciare nuove infrastrutture. Ma per dare pieno sviluppo a una filiera che potrebbe valere fino all’8% del Pil nel 2030 serve sciogliere i nodi del fabbisogno energetico e del riordino normativo

La filiera cavalca l’onda, dal raffreddamento agli armadi “rack”

Ma sul segmento Ai l’Italia rincorre

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Mancin: “Un testimonial di successo giustifica prezzi più alti per i prodotti”

Per Moreno Mancin, docente di Economia aziendale a Ca’ Foscari ed esperto di Business dello sport, l’obiettivo delle sponsorizzazioni è “entrare nella testa del consumatore. Valentino Rossi e Alberto Tomba sono ancora associati a determinati brand dopo anni. Bisogna scegliere personaggi in linea con i valori del marchio e investire in comunicazione, sapendo che si rischiano anche ritorni di immagine negativi. E anche gli atleti degli sport minori servono a veicolare l’utilizzo di determinati prodotti”

Oltre Sinner. Gli altri eroi dello sport che trainano l’industria

Da Sinner a Egonu, da Pogacar a Goggia: la popolarità di questi testimonial globali diventano motore di crescita per interi settori industriali. E nelle scelte di marketing, alcune aziende (come Enervit) puntano sulla connessione autentica tra atleta e valori; altre come Arena, Technogym e Diadora scommettono sull’effetto Olimpiadi per crescere in un mercato globale

Il ciclismo italiano va in fuga. Effetto Pogacar su Colnago, Wilier e Pinarello crescono all’estero

E le aziende di sport invernali fanno “scouting” di nuovi talenti

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Bonometti: “L’auto a guida autonoma occasione di rilancio per le filiere europee”

Crisi strutturale, concorrenza cinese, transizione elettrica incerta: per il presidente di Omr l’automotive europeo è a un bivio. Servono un piano industriale e regole condivise o “in 5 anni assisteremo alla deindustrializzazione dell’Europa”. Idrogeno? “Sì per mezzi pubblici e pesanti”. Guida autonoma? “Occasione per meccatronica e software, ma servono regole e investimenti subito”

Auto, il mito dell’elettrico e la realtà del mercato. Che continua a calare

L'affermarsi dell'auto elettrica è lontana dall’essere realtà. Dominano le ibride e le motorizzazioni tradizionali mentre l’età media delle auto in Italia è di oltre 12 anni, con circa il 24% oltre i 19 anni. L'elettrico vince solo nei paesi del Nord Europa, finanziato dai proventi delle vendite di petrolio

La domanda che non c’è. Le grandi case del lusso rallentano sull’elettrico

Tecnologia a quattro ruote. Oggi il vero motore dell’auto è il software

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Fanton: “Installatori e costruttori soffrono. I fornitori svuotano i magazzini”

Michele Fanton, ad dell’omonima impresa padovana che distribuisce materiale elettrico per applicazioni nel campo del fotovoltaico e delle energie rinnovabili, contesta il taglio dei bonus: “Senza nuovi incentivi non potremo centrare gli obiettivi europei sull’efficientamento energetico. Lo tsunami di liquidità non c’è stato, ora bisogna abbassare i prezzi e ottimizzare le scorte per sostenere il circolante e continuare a soddisfare i clienti”

Dopo le detrazioni, il crollo. Cosa resta del fotovoltaico post Superbonus

Con la fine del 110% sono scomparse oltre 11 mila imprese edili, il fatturato delle imprese che producono e distribuiscono materiale elettrico applicato al fotovoltaico è passato dal +243% del 2022 al -50% del ’24 e i ricavi dei general contractor sono scesi del 40-60%. I nuovi incentivi per le Pmi si fermano al 50%. Sotgiu (Ingenera): “Il crollo delle commesse è stato drammatico e ci ha costretti a una conversione in tempo zero. Ora sogniamo un mondo senza incentivi”

Esse Ti Elettronica sceglie i pannelli tedeschi ai cinesi. “Più resa e tracciabilità”

Senza investimenti e nuove installazioni i target Ue sono sempre più lontani

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