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12 nov 2025
12 novembre 2025
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In evidenza

Ipocrisie italiane. La politica ferma gli ingressi, Confindustria costretta a importare immigrati

Moda, dopo i grandi marchi anche le filiere entrano nell’orbita dei big del lusso

Il rebus 2023. Dopo il boom, la crescita rallenta (ma si resta sopra i livelli 2019)

Economia

Superbonus, Riva (Confartigianato Lecco): “Lo stop è una mazzata per piccole imprese e famiglie”

La copertina

  • Le Olimpiadi “a costo zero” sono già costate 2,1 mld allo Stato. Mentre i lavori ritardano ed è in stallo la nomina del nuovo ad

    di Maria Gaia Fusilli
    Certo, lo Stato paga le infrastrutture: ma i costi lievitano e forse di soldi ne saranno necessari altri, considerando che dei 500 mln di sponsorizzazioni previste ne sono stati bloccati fino ad ora solo 18 mln. Intanto la Società Infrastrutture lavora con un ritardo di quasi due anni e la Fondazione è alle prese con la grana della nomina di un nuovo amministratore delegato
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L'intervista

    Jori: “I ritardi sono inevitabili, non siamo pronti ad un evento del genere. Così non ci si guadagna nulla”

    di Andrea Colacicco
    Le Olimpiadi potevano essere l’occasione per rilanciare il territorio andando a lavorare sui deficit presenti: Tav, collegamenti stradali, aeroporti. Per Francesco Jori, giornalista e acuto osservatore della realtà veneta, anche questa volta la classe dirigente territoriale ha perso un’occasione. “Le Olimpiadi dovevano essere il nostro fiore all’occhiello, ma rischiano di ridursi a crisantemo. Non è colpa di Roma, ma di un Veneto inconcludente”
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Approfondimenti

    In Lombardia (fra le altre opere) Villaggio Olimpico e PalaItalia. Si prova ad accelerare nonostante i ricorsi

    di Damiano Manfrin
    L'avventura olimpica inizia in salita per la città meneghina e per la Regione, soprattutto a causa dei tanti ricorsi che hanno rallentato gli iter. Oltre al Villaggio Olimpico di Porta Romana che sarà convertito in uno studentato da 1400 posti, Milano è alle prese con progetti complessi come quelli dei palazzetti Palasharp e PalaItalia Santa Giulia. Intanto in Valtellina si è sbloccata la costruzione della Variante di Tirano, cruciale per completare la Tangenziale di Sondrio
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    Ritardi su Tav e tangenziali: a Cortina sono le infrastrutture a perdere il treno per le Olimpiadi

    di Andrea Colacicco
    Piste da bob, piste da sci e palazzetti dovranno essere categoricamente pronti entro la fine del 2024. A monitorare i lavori saranno i commissari olimpici e non ci si può nascondere dietro pretesti. I problemi veri saranno riguarderanno le infrastrutture viarie già finanziate: la variante di Longarone e di Cortina. Le statali 12 (per la bretella di Verona) o la strada regionale 213 e l’A/V Brescia-Verona. Ritardi dovuti al covid e al rincaro delle materie di costruzione, ma anche all’inefficienza della macchina burocratica regionale
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Economia in breve

  • iveco
    12 Novembre 2025

    Garantire il rispetto dell’«interesse nazionale» in merito alle sorti di Iveco e la «centralità dell’Italia nelle future scelte del Gruppo». Un messaggio chiaro quello lanciato stamattina dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto in audizione alla Camera sull’acquisizione di Iveco da parte di Tata Group. Secondo il titolare del Mimit, le attività dei due giganti industriali risultano «fortemente complementari e non si sovrappongono», mentre in merito all’operazione di acquisizione formalizzata nei mesi scorsi Urso ha sottolineato l’intenzione di «creare un operatore di rilievo, tra i primi quattro al mondo» in grado di favorire anche lo «sviluppo per i territori» interessati, fra cui ovviamente quello italiano. Come affermato dal ministro, il closing dell’operazione ufficializzata lo scorso 30 luglio dovrebbe arrivare entro il secondo trimestre del 2026, in maniera «subordinata al completamento dello scorporo e alla successiva cessione del ramo difesa a Leonardo, nonché all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni» comprese – sottolinea ancora Urso – «quelle in materia di antitrust e Golden Power». In attesa della conclusione formale, il gruppo indiano ha intanto manifestato la propria disponibilità per un confronto con il governo italiano per discutere la futura strategia industriale di Iveco. Come noto, il passaggio a Tata non riguarderà il ramo Difesa del gruppo italiano, che rientra nell’ambito di Iveco Defence e «sarà oggetto di una distinta procedura di vendita» che vedrà coinvolta Leonardo. Una scelta «non casuale» dato che, sottolinea ancora Urso, si tratta del «campione» italiano nel campo dell’industria militare e dunque costituisce «una decisione coerente con la strategia del governo di rafforzare il controllo nazionale sugli asset industriali e sensibili e sulle tecnologie avanzate del comparto Difesa». Alla base dello scorporo c’è anche l’intenzione di consentire a Iveco di «focalizzarsi sul proprio core business», ovvero sulla produzione di veicoli commerciali – leggeri, medi e pesanti –, di mezzi per il trasporto pubblico locale e di motori industriali all’interno di un settore che sta attraversando «una trasformazione profonda in cui la capacità di innovare rappresenta una fattore decisivo di competitività a livello internazionale». Nel suo intervento, il titolare del Mimit ha inoltre evidenziato una presenza occupazionale e industriale «di grande rilievo in Italia che rende il gruppo «attore strategico per la filiera nazionale dell’automotive e della componentistica» nonché «patrimonio industriale e umano essenziale per la competitività del Paese e per la tenuta occupazione nei territori coinvolti». Il ministro Urso ha confermato intanto entro il mese di dicembre un tavolo con le organizzazioni sindacali per discutere il piano industriale dopo il passaggio di Iveco Defence in Leonardo, mentre in merito all’acquisizione da parte di Tata è stata ribadita la centralità della sede di Torino, la garanzia dei siti italiani e degli attuali livelli occupazionali per i prossimi due anni. Un termine ritenuto «assolutamente insufficiente» da parte dei rappresentanti dei lavoratori: subito dopo l’audizione a Montecitorio, una nota sindacale congiunta ha chiesto la convocazione di incontro immediato al Mimit auspicando «una pronta risposta». Secondo il responsabile sindacale dei lavoratori Iveco per la Fiom Torino, Ugo Bolognesi, e il segretario generale della stessa, Edi Lazzi, il nodo da sciogliere resta «la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e di attività strategiche per il nostro Paese» non solo nell’industria militare, chiedendo un «accordo vincolante di impegni di produzione industriale, occupazione e di progettazione e sviluppo» che vada oltre i due anni preventivati.

  • 12 Novembre 2025

    Le Best Performer del Trentino-Alto Adige premiate all’Itas Forum. Tra gli ospiti Catalano, Lunelli e Delladio

  • 11 Novembre 2025

    Banco Bpm finanzia con 10 mln Gabetti Lab per la riqualificazione edilizia

  • 11 Novembre 2025

    Incentivi alle imprese, fondi esauriti anche per Transizione 4.0

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    Bankitalia, l’economia lombarda cresce a rilento (+0,5%). Ferma la produzione industriale

  • 11 Novembre 2025

    Crisi del riciclo plastica, le imprese fermano gli impianti. «Perdite insostenibili»

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    Meccanica, Cherry Bank finanzia l’espansione internazionale di Calfin

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    Crescono le imprese estere in Italia, 21% del fatturato e 17,5% del valore aggiunto

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  • 11 Novembre 2025

    Ifis, rally in Borsa (+8,4%) dopo i conti. Geertman: «Illimity in utile nel 2026»

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    Technoprobe vola in Borsa. +19% dopo i conti con margini record

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    NewPrinces, nei nove mesi ricavi a 1,9 mld. E le acquisizioni pesano sugli utili

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    Eicma ‘25 supera i 600 mila visitatori e consolida il ruolo di hub globale per le due ruote

  • bilancio
    10 Novembre 2025

    Bilancio Ue, la mediazione di von der Leyen su regioni e Pac convince solo a metà

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  • 10 Novembre 2025

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  • 10 Novembre 2025

    Crisi nel tessile comasco, Canepa avvia la liquidazione

Rubriche

Azzurrodigitale innovation talk

L’incertezza è l’unica certezza

La bussola di Niuko

Le strategie della fiducia: la collaborazione tra imprese negli ecosistemi dell’innovazione

In evidenza

Ipocrisie italiane. La politica ferma gli ingressi, Confindustria costretta a importare immigrati

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I focus di Monitor

Vacondio: «La compressione dei margini interessa tutti gli attori della filiera, dagli agricoltori alla Gdo»

L’industria di trasformazione traina il settore, che però dipende troppo dalle importazioni di materia prima. E mentre la logistica - carente su ferro e rotaia - fa lievitare i costi, i margini si assottigliano lungo l’intera filiera. Vacondio, Ad di Molini Industriali Modena ed ex presidente di Federalimentare: «Oggi la sfida è coniugare competitività e sostenibilità»

L’agroalimentare tra clima e mercato. Serve una governance di filiera per restare competitivi

Cambiamento climatico, prezzi delle materie prime e richieste del mercato riscrivono le regole anche per l’agroalimentare Made in Italy. Mutti: «La qualità resta il nostro tratto distintivo, ma serve una governance di filiera che integri sostenibilità, innovazione e competitività». E intanto prodotti e territori si reinventano: dal Chianti rosé all’avocado hi-tech in Sicilia

Rota: «L’agricoltura 4.0 in Italia vale 2,3 mld. Ma resistenze culturali ed economiche frenano l’innovazione»

Nuovo regolamento Ue sugli imballaggi. Entro il 2030 tutti dovranno essere riciclabili

Leggi tutta l'edizione

L’Europa alla prova. E se non la supera, toccherà alla Germania

Un anno dopo Trump, l’Europa è stretta tra Usa e Cina. La debolezza politica e industriale minaccia il futuro manifatturiero, mentre il rischio di un'Europa a sola trazione tedesca è sempre più vicino. Al Festival Città Impresa di Bergamo si cerca una strategia comune per reindustrializzare e rafforzare l’Ue

Europa, è il momento delle scelte. A Bergamo il confronto sulle sfide comunitarie

In un periodo in cui le divergenze tra i Paesi Ue si fanno sentire su più fronti – dall’auto al Green Deal fino al nuovo bilancio pluriennale al 2034 –, dal 7 al 9 novembre il Festival Città Impresa di Bergamo si interrogherà proprio sull’Europa che verrà. Le imprese chiedono risposte chiare e decisioni comuni per salvaguardare la competitività

La sfida delle imprese italiane? «Ripensarsi integrando persone, strategia e digitale»

I libri raccontano l’industria. L’Italia secondo i finalisti del Premio Letteratura d’Impresa

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Pasini (Feralpi): «L’Europa perde terreno. Serve una difesa vera della nostra siderurgia»

Il presidente di Feralpi e Confindustria Lombardia analizza lo stato del comparto siderurgico europeo che «ha perso 30 milioni di tonnellate in dieci anni». E chiede misure rapide e strutturali per «fermare l’export extra Ue di rottame ferroso, cruciale per le nostre produzioni» e per rafforzare la competitività e l’autonomia strategica europea

Acciaio, l’Ue si protegge dal dumping. «Bene, ma ora agire su energia e rottame»

La siderurgia italiana mostra timidi segnali di ripresa nel ‘25 (produzione a +3,2% tra gennaio e settembre rispetto al -5,6% dello stesso periodo ‘24), ma resta fragile. Pesano costi energetici doppi rispetto ai competitor europei, export della materia prima in crescita, concorrenza extra-Ue e incertezza. Marcegaglia: «Difendere chi investe in un’ottica di autonomia strategica»

Ferrazzi: «Competitività e sostenibilità devono andare di pari passo. Servono politiche trasformative»

Acciaio green. Al di là dei ‘premi’, produrre verde sarà essenziale per rimanere nel mercato

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Marcegaglia: «Spingere sulla competitività contro la desertificazione industriale»

La presidente di Marcegaglia Holding detta la ricetta per tornare competitivi in Italia e in Europa, smantellando misure come il Green Deal che rallentano la crescita e finiscono per risultare più dannose che utili per imprese e ambiente. Ma, avverte, «occorre agire in fretta» per tenere il passo dei giganti globali

Sveglia, Europa! L’appello delle imprese d’eccellenza: «Servono velocità e pragmatismo»

Da Casa Marcegaglia, le Top Italian Companies lanciano un messaggio chiaro a Bruxelles: «Meno ideologia, più competitività». Dall’acciaio alla chimica, dall’agroalimentare alla logistica, la richiesta è chiara: regole più snelle, decisioni più rapide e confronto su energia, sostenibilità e internazionalizzazione

Bonometti: «La Cina ormai domina anche nella componentistica. L’Europa si muova o ucciderà l’auto»

Nocivelli (Epta): «Così l’Europa finirà per esportare industrie e importare emissioni»

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Direttore Responsabile: Filiberto Zovico
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