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In evidenza

Ipocrisie italiane. La politica ferma gli ingressi, Confindustria costretta a importare immigrati

Moda, dopo i grandi marchi anche le filiere entrano nell’orbita dei big del lusso

Il rebus 2023. Dopo il boom, la crescita rallenta (ma si resta sopra i livelli 2019)

Economia

Superbonus, Riva (Confartigianato Lecco): “Lo stop è una mazzata per piccole imprese e famiglie”

La copertina

  • Le Olimpiadi “a costo zero” sono già costate 2,1 mld allo Stato. Mentre i lavori ritardano ed è in stallo la nomina del nuovo ad

    di Maria Gaia Fusilli
    Certo, lo Stato paga le infrastrutture: ma i costi lievitano e forse di soldi ne saranno necessari altri, considerando che dei 500 mln di sponsorizzazioni previste ne sono stati bloccati fino ad ora solo 18 mln. Intanto la Società Infrastrutture lavora con un ritardo di quasi due anni e la Fondazione è alle prese con la grana della nomina di un nuovo amministratore delegato
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L'intervista

    Jori: “I ritardi sono inevitabili, non siamo pronti ad un evento del genere. Così non ci si guadagna nulla”

    di Andrea Colacicco
    Le Olimpiadi potevano essere l’occasione per rilanciare il territorio andando a lavorare sui deficit presenti: Tav, collegamenti stradali, aeroporti. Per Francesco Jori, giornalista e acuto osservatore della realtà veneta, anche questa volta la classe dirigente territoriale ha perso un’occasione. “Le Olimpiadi dovevano essere il nostro fiore all’occhiello, ma rischiano di ridursi a crisantemo. Non è colpa di Roma, ma di un Veneto inconcludente”
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Approfondimenti

    In Lombardia (fra le altre opere) Villaggio Olimpico e PalaItalia. Si prova ad accelerare nonostante i ricorsi

    di Damiano Manfrin
    L'avventura olimpica inizia in salita per la città meneghina e per la Regione, soprattutto a causa dei tanti ricorsi che hanno rallentato gli iter. Oltre al Villaggio Olimpico di Porta Romana che sarà convertito in uno studentato da 1400 posti, Milano è alle prese con progetti complessi come quelli dei palazzetti Palasharp e PalaItalia Santa Giulia. Intanto in Valtellina si è sbloccata la costruzione della Variante di Tirano, cruciale per completare la Tangenziale di Sondrio
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    Ritardi su Tav e tangenziali: a Cortina sono le infrastrutture a perdere il treno per le Olimpiadi

    di Andrea Colacicco
    Piste da bob, piste da sci e palazzetti dovranno essere categoricamente pronti entro la fine del 2024. A monitorare i lavori saranno i commissari olimpici e non ci si può nascondere dietro pretesti. I problemi veri saranno riguarderanno le infrastrutture viarie già finanziate: la variante di Longarone e di Cortina. Le statali 12 (per la bretella di Verona) o la strada regionale 213 e l’A/V Brescia-Verona. Ritardi dovuti al covid e al rincaro delle materie di costruzione, ma anche all’inefficienza della macchina burocratica regionale
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  • 28 Novembre 2025

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  • 28 Novembre 2025

    A ottobre rallenta l’export extra-Ue (-3,7%). Ma continua a salire l’import dagli Usa

  • 28 Novembre 2025

    A novembre inflazione stabile a +1,2% annuo. E il carrello della spesa rallenta

  • 28 Novembre 2025

    Istat, nel terzo trimestre l’Italia cresce, ma col freno tirato. Pil a +0,6% sull’anno

Rubriche

Azzurrodigitale innovation talk

L’incertezza è l’unica certezza

La bussola di Niuko

Le strategie della fiducia: la collaborazione tra imprese negli ecosistemi dell’innovazione

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I focus di Monitor

Vineis: «Oggi il non-fare pesa più del fare, sulle imprese e sulle persone»

Per Paolo Vineis, epidemiologo e direttore scientifico di Regenerative Society Foundation, l’impresa rigenerativa va oltre la semplice sostenibilità. E con un approccio sistemico, pratiche agricole, produzione e cultura aziendale possono generare un «circolo virtuoso» tra ambiente, economia e benessere. «Le ricerche parlano chiaro: le imprese che hanno più investito in sostenibilità negli ultimi decenni sono anche quelle che vanno meglio sul mercato»

Impresa rigenerativa. Andrea Illy: «Chi non va oltre il modello estrattivo perderà mercato e credibilità»

Al Regeneration Forum 20|30 di Milano (27-28 novembre) si parlerà di modelli d’impresa capaci di restituire valore agli ecosistemi da cui dipendono. Per Andrea Illy, co-presidente della Regenerative Society Foundation, la chiave sarà l’‘effetto cascata’ lungo le filiere. Il greenwashing? «Prima o poi ti scoprono. A quel punto devi diventare concreto, per non perdere la faccia»

Fonseca: «La finanza ha sbagliato narrazione sull’Esg. Ma ‘rigenerare’ conviene anche agli investitori»

I crediti di biodiversità. Un asset economico, ma (ancora) senza regole

Leggi tutta l'edizione

Dentro la crisi. «Schiacciati dalla convenienza della plastica vergine dall’estero»

Da cinque giorni l'industria italiana del riciclo della plastica ha fermato gli impianti a causa della concorrenza delle materie vergini importate da paesi terzi (Asia e Usa in primis). «Rispetto al 2022 ormai costano meno del prodotto riciclato», commenta Tomasin (Inn-Flex). Zuppichin (Piovan): «Pesano il prezzo del petrolio basso e il rallentamento europeo, mentre Cina e India continuano ad acquistare nuovi impianti di riciclo»

Riciclo, record nei numeri. Ma la plastica resta debole e ora blocca gli impianti

Negli ultimi due anni, l’Italia ha riciclato oltre il 75% degli imballaggi. Ma se eccelle in carta, vetro, metalli e legno, fatica su plastica, Raee e sui rifiuti speciali ancora esportati a milioni di tonnellate. Ma mentre multiutility e fondi avviano il consolidamento di un settore in cui il 35% delle imprese lavora con margini sotto il 5%, si fermano gli stabilimenti per il riciclo della plastica

Dal riciclo al riuso. La svolta Ue che ridisegna la gestione dei rifiuti

Dentro i consorzi. Regole, potere e sfide della circolarità

Leggi tutta l'edizione

Moltrasio: «Abbiamo disgregato le filiere e perso know-how. Ora serve fare rete»

Tra la spinta del nazionalismo economico – che rischia di frammentare mercati e indebolire ulteriormente le filiere – e la corsa tecnologica globale, le aziende italiane devono trovare un equilibrio tra chiusura e cooperazione. Dal Festival Città Impresa emerge un messaggio chiaro: solo ricostruendo reti industriali solide, dentro un’Europa più unita e con una visione condivisa, l’Italia potrà restare competitiva

L’Europa che vorremmo. «Più unita sulla difesa, più pragmatica sul Green Deal»

Dal fronte comune sull’Ucraina al diritto di veto da rimuovere, fino al mantenimento della rotta sul Green Deal, seppur in modo più pragmatico. Al Festival Città Impresa di Bergamo, imprese e istituzioni hanno delineato l’Europa che vorrebbero: competitiva e meno ideologica. «Manca una vera spinta politica comunitaria», avverte Gentiloni. E Anaïs Voy-Gillis ricorda: «Senza una strategia produttiva comune, l’Europa rischia di delegare ad altri la propria sovranità»

La Germania arranca, ma l’Ue non può fare a meno dell’«europeista» Merz

La Spagna corre. Sprint sulla crescita grazie a riforme e rinnovabili

Leggi tutta l'edizione

Vacondio: «La compressione dei margini interessa tutti gli attori della filiera, dagli agricoltori alla Gdo»

L’industria di trasformazione traina il settore, che però dipende troppo dalle importazioni di materia prima. E mentre la logistica - carente su ferro e rotaia - fa lievitare i costi, i margini si assottigliano lungo l’intera filiera. Vacondio, Ad di Molini Industriali Modena ed ex presidente di Federalimentare: «Oggi la sfida è coniugare competitività e sostenibilità»

L’agroalimentare tra clima e mercato. Serve una governance di filiera per restare competitivi

Cambiamento climatico, prezzi delle materie prime e richieste del mercato riscrivono le regole anche per l’agroalimentare Made in Italy. Mutti: «La qualità resta il nostro tratto distintivo, ma serve una governance di filiera che integri sostenibilità, innovazione e competitività». E intanto prodotti e territori si reinventano: dal Chianti rosé all’avocado hi-tech in Sicilia

Rota: «L’agricoltura 4.0 in Italia vale 2,3 mld. Ma resistenze culturali ed economiche frenano l’innovazione»

Nuovo regolamento Ue sugli imballaggi. Entro il 2030 tutti dovranno essere riciclabili

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