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In evidenza

Ipocrisie italiane. La politica ferma gli ingressi, Confindustria costretta a importare immigrati

Moda, dopo i grandi marchi anche le filiere entrano nell’orbita dei big del lusso

Il rebus 2023. Dopo il boom, la crescita rallenta (ma si resta sopra i livelli 2019)

Economia

Superbonus, Riva (Confartigianato Lecco): “Lo stop è una mazzata per piccole imprese e famiglie”

La copertina

  • Panettone, sarà un Natale all’insegna della stabilità. Per crescere ora si punta sui mercati esteri: “Guardiamo a Giappone e Sud America”

    di Maria Gaia Fusilli
    Il mercato italiano non vedrà una contrazione ma nemmeno un’espansione. I prezzi per Fraccaro, presidente della Pasticceria Fraccaro, “resteranno gli stessi dell’anno scorso (quando per loro avevano segnato un +30%) perché il costo di zucchero e uova continuano ad aumentare”. Intanto l’artigianale va più dell’industriale, e si guarda a nuovi mercati dove “una volta aperta la strada coi prodotti standard, i clienti iniziano a chiedere l’alto di gamma”
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L'Analisi

    Il distretto dolciario veronese è in crisi. Il rilancio di Paluani ancora non c’è, Melegatti sempre in rosso e per Bauli utili scarsi

    di M.G.F.
    Sarà di nuovo un Natale amaro per l’industria dolciaria della provincia di Verona. Il mercato è cambiato, i consumatori prediligono sempre più i prodotti artigianali e le famose pubblicità su pandori e panettoni sembrano non sfondare più. Basta guardare alle vicende e ai numeri di queste imprese. Paluani è ormai fra le fila di Sperlari (e quindi della tedesca Katjes International) ma il rilancio non lo vede ancora (perdeva 1,6 mln lo scorso anno). Melegatti in tre anni ha accumulato perdite per 18 mln. Bauli performa decisamente meglio, ma su 615 mln di ricavi l’utile è di soli 4 mln. È forse l'intero modello a doversi ripensare
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Approfondimenti

    Non solo Natale: all’estero si mangia tutto l’anno. E in Italia? Trend in crescita per Loison e Vergani

    di K.F.
    I produttori nostrani da anni stanno lavorando per destagionalizzare il panettone. Molte aziende decidono di puntare sull’export, dove viene consumato tutto l’anno. Come la vicentina Loison Pasticceri dal 1938 (ricavi a 13,2 mln, +9% nel ‘22) che grazie alla “visione esterofila” i panettoni d’estate li fa da vent’anni portandoli in 70 paesi nel mondo (circa il 65% del fatturato). O la milanese Panettoni Vergani, che su un fatturato da 15,4 mln nel ‘22 (+31%), sta puntando molto sull’estero (+70% nel ‘21), oggi il 25% dei loro ricavi. Ma in Italia? Dario Loison: “Gli amanti del ‘panettone tutto l’anno’ ci sono sempre stati anche qui. Ma grazie è all’agilità del canale online che tante piccole pasticcerie hanno potuto soddisfare queste nicchie di consumatori, innovando un mercato che nel Belpaese era bloccato da anni”
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    Il panettone dei detenuti di Padova sposa l’alta pasticceria all’etica. “Produrre eccellenza ha un senso rieducativo”

    di K.F.
    La Pasticceria Giotto di Padova, celebre per il suo panettone, non solo eccelle nella gastronomia, ma rappresenta un progetto sociale innovativo. Dal 2005 oltre 200 detenuti del carcere Due Palazzi hanno avuto la possibilità di intraprendere un percorso formativo professionalizzante in un laboratorio dolciario. Il presidente di Work Crossing, la cooperativa che si occupa di gestire l’attività dei detenuti-pasticceri, Marchetto: “I detenuti percependo una retribuzione regolare capiscono di poter aiutare le famiglie invece di essere un peso. Ed è un’opportunità di riscatto, attraverso la disciplina, la pazienza e l’attenzione ai dettagli richiesti dalla pasticceria di alto livello si scoprono in grado di fare un prodotto buonissimo e riconosciuto per la qualità”
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Rubriche

Il radar di Bonini

Pannelli speciali che bloccano l’uscita del calore

In evidenza

Ipocrisie italiane. La politica ferma gli ingressi, Confindustria costretta a importare immigrati

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Economia

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Economia in breve

I focus di Monitor

L’Europa alla prova. E se non la supera, toccherà alla Germania

Un anno dopo Trump, l’Europa è stretta tra Usa e Cina. La debolezza politica e industriale minaccia il futuro manifatturiero, mentre il rischio di un'Europa a sola trazione tedesca è sempre più vicino. Al Festival Città Impresa di Bergamo si cerca una strategia comune per reindustrializzare e rafforzare l’Ue

Europa, è il momento delle scelte. A Bergamo il confronto sulle sfide comunitarie

In un periodo in cui le divergenze tra i Paesi Ue si fanno sentire su più fronti – dall’auto al Green Deal fino al nuovo bilancio pluriennale al 2034 –, dal 7 al 9 novembre il Festival Città Impresa di Bergamo si interrogherà proprio sull’Europa che verrà. Le imprese chiedono risposte chiare e decisioni comuni per salvaguardare la competitività

La sfida delle imprese italiane? «Ripensarsi integrando persone, strategia e digitale»

I libri raccontano l’industria. L’Italia secondo i finalisti del Premio Letteratura d’Impresa

Leggi tutta l'edizione

Pasini (Feralpi): «L’Europa perde terreno. Serve una difesa vera della nostra siderurgia»

Il presidente di Feralpi e Confindustria Lombardia analizza lo stato del comparto siderurgico europeo che «ha perso 30 milioni di tonnellate in dieci anni». E chiede misure rapide e strutturali per «fermare l’export extra Ue di rottame ferroso, cruciale per le nostre produzioni» e per rafforzare la competitività e l’autonomia strategica europea

Acciaio, l’Ue si protegge dal dumping. «Bene, ma ora agire su energia e rottame»

La siderurgia italiana mostra timidi segnali di ripresa nel ‘25 (produzione a +3,2% tra gennaio e settembre rispetto al -5,6% dello stesso periodo ‘24), ma resta fragile. Pesano costi energetici doppi rispetto ai competitor europei, export della materia prima in crescita, concorrenza extra-Ue e incertezza. Marcegaglia: «Difendere chi investe in un’ottica di autonomia strategica»

Ferrazzi: «Competitività e sostenibilità devono andare di pari passo. Servono politiche trasformative»

Acciaio green. Al di là dei ‘premi’, produrre verde sarà essenziale per rimanere nel mercato

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Marcegaglia: «Spingere sulla competitività contro la desertificazione industriale»

La presidente di Marcegaglia Holding detta la ricetta per tornare competitivi in Italia e in Europa, smantellando misure come il Green Deal che rallentano la crescita e finiscono per risultare più dannose che utili per imprese e ambiente. Ma, avverte, «occorre agire in fretta» per tenere il passo dei giganti globali

Sveglia, Europa! L’appello delle imprese d’eccellenza: «Servono velocità e pragmatismo»

Da Casa Marcegaglia, le Top Italian Companies lanciano un messaggio chiaro a Bruxelles: «Meno ideologia, più competitività». Dall’acciaio alla chimica, dall’agroalimentare alla logistica, la richiesta è chiara: regole più snelle, decisioni più rapide e confronto su energia, sostenibilità e internazionalizzazione

Bonometti: «La Cina ormai domina anche nella componentistica. L’Europa si muova o ucciderà l’auto»

Nocivelli (Epta): «Così l’Europa finirà per esportare industrie e importare emissioni»

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Patagonia, l’eredità del ‘miliardario pezzente’ che sogna un capitalismo diverso

In Dirtbag Billionaire, David Gelles racconta Yvon Chouinard, il fondatore di Patagonia: dal clean climbing alla moda outdoor, fino alla cessione a un trust per l’ambiente di un gruppo da 6 miliardi di dollari. Un modello che vuole rifondare l’idea del fare impresa, ma che sconta inevitabili contraddizioni

Da Del Vecchio a Mr. Patagonia. Vecchi vizi e nuovi modelli per la continuità delle imprese

Come si gestisce un’impresa quando il fondatore non c’è più? È il nodo più complicato anche per gli imprenditori più di successo. Ma al di là dei turbolenti casi di Agnelli o Del Vecchio c'è chi pianifica con accuratezza come Armani, e chi inventa nuovi modelli come Chouinard. E sempre più piccoli imprenditori lasciano ai manager

Il modello Armani. La successione cucita su misura di un impero

Milan: «Aprire il capitale ai dipendenti può aiutare ad affrontare il passaggio generazionale»

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LOMBARDIAPOST – RACCONTIAMO IL FUTURO DELLA LOMBARDIA

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