Oggigiorno il clima è una delle grandi emergenze, sempre all’ordine del giorno, e ogni evento ce la ricorda. Si scatena un forte temporale, sono eventi estremi causati dai cambiamenti climatici. Non riusciamo a dormire in città nelle notti agostane, è l’isola di calore urbana, i cui effetti sono esacerbati dalle ondate di calore (sempre dovute ai cambiamenti climatici). Ma gli impatti non sono solo ambientali: ci sono anche i morti a causa del riscaldamento globale. Durante tali ondate, si sono registrati incrementi della mortalità negli ultrasessantacinquenni, per non parlare delle vittime delle alluvioni e delle inondazioni. Si inizia a parlare di “migranti climatici”, cioè di coloro che vivono in zone rese inospitali dagli effetti dei cambiamenti climatici. Ma anche la nostra psiche è sotto stress: si hanno fenomeni di panico, le cosiddette ecoansie, tali da indurre le persone a non procreare più, nell’incertezza sulle future condizioni di vita della Terra, o meglio nella certezza del futuro catastrofico, nel quale stare sul nostro pianeta si rivelerebbe solo una sciagura. Si arriva addirittura a esclamare: “Moriremo tutti bruciati!”
Non è sorprendente, quindi, che la letteratura che riguarda il clima e le sue recenti variazioni sia molto ricca. E non si tratta solo di enormi volumi di fisica dell’atmosfera che ci spiegano, seppure con toni divulgativi, quali sono i processi fisici alla base del riscaldamento globale: perché, ad esempio, le molecole complesse come la CO₂ interagiscono con la radiazione emessa dalla Terra e non con quella proveniente dal sole, trasformando così l’atmosfera in una coperta che surriscalda il pianeta; oppure perché i combustibili fossili emettono questo gas, cosiddetto “serra”.
Sul tema c’è quindi spazio per tutti: scienziati, medici, economisti, giuristi, sociologi, psicologi e filosofi. Oltre, ovviamente, alla pletora di divulgatori professionisti o improvvisati che hanno trovato, in questa sfida, la loro fortuna e soprattutto un motivo di orgoglio. Tralasciando i libri di divulgazione scientifica, l’editoria negli ultimi mesi ha dato ampio spazio a temi più sociali correlati con il riscaldamento climatico.
Il global climate change, ad esempio, è anche una questione di giustizia, o meglio di ingiustizia, come sostiene Friederike Otto nel suo recente volume Ingiustizia climatica (Einaudi, 2025). Il concetto di “ingiustizia climatica” viene illustrato partendo dalla descrizione di diversi episodi meteorologici estremi in diversi paesi del mondo e dalla loro connessione con i cambiamenti climatici. L’autrice si domanda quindi cosa si possa imparare, come ricercatori, dagli eventi meteorologici estremi. Molto, sicuramente, ma soprattutto che le risposte e gli approcci possono essere molto diversi a seconda delle politiche adottate e che differenti sono le conseguenze e gli impatti in virtù del contesto socioeconomico e delle possibilità economiche delle singole persone all’interno dello stesso contesto.
I cambiamenti climatici, tuttavia, sono anche una buona ragione per fare la rivoluzione – o perlomeno per ritrovare i vecchi compagni di precedenti battaglie. È questo, in sostanza, che vuole dirci Adam Greenfield nel suo lavoro intitolato in maniera asciutta, senza strizzare l’occhio al pubblico più mondano, Emergenza (Einaudi, 2024). Quando l’uragano Sandy si abbatté su New York nell’ottobre 2012, significativamente più a nord di quanto fosse comune, scoprimmo che ciò che una volta era considerato eccezionale ora è all’ordine del giorno. Nacque in quel momento una nuova forma di organizzazione, in grado di dare il via in pochissimo tempo alle operazioni di soccorso e di recupero, che merita di essere raccontata. Non si trattava infatti di un ente ufficiale, governativo o internazionale come la Croce rossa, ma di una iniziativa spontanea e autogestita messa su in quattro e quattr’otto dai veterani di Occupy Wall Street e guidata dai valori anarchici dello stesso movimento, detta per questo Occupy Sandy. Greenfield parte da questa considerazione per lanciare un’ancora di salvataggio di fronte ai disastri ambientali. Sembra quasi dire: “Dobbiamo salvarci da soli”, poiché tutte le organizzazioni ufficiali sono troppo lente. Una sensazione ricorrente è la solitudine, ma a questa c’è un rimedio: il mutuo soccorso. “Ecco cosa succede quando le persone si uniscono per soddisfare i bisogni primari le une delle altre, con la consapevolezza condivisa che i sistemi in cui viviamo non ne sono in grado, che possiamo farlo insieme adesso”, definizione presa a prestito dalla Big Door Brigade di Seattle.
Marco Pacini ci riporta invece nel mezzo della Zona critica (Meltemi, 2024), concetto scientifico che indica quella parte della Terra che è di supporto a tutti gli estremi terrestri. A partire da questa idea ci guida attraverso una serie di “esercizi di futuro” alla (ri)scoperta dell’Antropocene e delle difficili interazioni tra uomo, natura e tecnologia. Tra visioni catastrofiche e qualche parola di speranza ci troviamo alla ricerca della “zona critica”, inizialmente annunciata ma poi un po’ celata tra citazioni dotte e ricordi da ex sessantottini. E così, passando attraverso tentativi di definizione del Sapiens e la previsione del tramonto dell’uomo moderno, l’autore aiuta a scoprire le favole che ci permettono di vivere nella zona critica senza fare nulla. Tra queste le principali sono le transizioni ecologica e digitale, che permettono all’ecocittadino di sentirsi militante nell’esercito green che salverà il pianeta. Ritorna quindi l’idea che i cittadini si attivino in prima persona per salvarci dalla catastrofe. Se nel caso di Greenfield era un movimento anarcoide e, forse, rivoluzionario, Pacini ci parla di esercito, suggerendo la presenza e l’azione di una regia dall’alto costituita dal mercato – o meglio dall’ufficio marketing dello “sviluppo sostenibile” – che arruola i consumatori. Infine, con una certa fatica, si arriva al “Grande Reset”, che sembrerebbe essere già avvenuto con il patto tra progressisti, conservatori e frange di ambientalisti. Questi, con l’intento di salvare il mondo, salveranno in realtà il capitalismo che, attraverso il Green New Deal, ridurrà le emissioni e promuoverà l’economia circolare garantendo adeguati profitti.
Ci troviamo quindi di fronte a una sfida, anzi – come ci spiega Antonello Pasini in La sfida climatica (Codice, 2025) – a molteplici sfide in diversi ambiti, non solo quella scientifica, che ci permetta di capire meglio i processi in atto e le cause che li generano, ma anche quella filosofica, comunicativa e politica. L’agile volume, quasi da leggere tutto d’un fiato, affronta il legame tra uomo e natura, dove è necessario trovare un rapporto armonico e non dicotomico. Ma oggi, come ci ha insegnato la pandemia, tutti gli sforzi fatti per vincere la sfida climatica potrebbero essere vani senza un’adeguata comunicazione attraverso i mass media, i social media e altre forme di comunicazione diretta, nelle quali gli scienziati devono giocare un ruolo fondamentale per garantire la fondatezza delle informazioni. Il nodo centrale rimane quello politico, perché solo attraverso decisioni prese congiuntamente – come durante i consessi internazionali che si svolgono periodicamente – è possibile vincere la sfida. In conclusione, Pasini ci porta a riflettere su quali azioni di mitigazione e adattamento debbano essere portate avanti, anche nella nostra vita quotidiana, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di cambiamento dei paradigmi di vita adottati fino a oggi. Non una risposta definitiva, ma un invito a continuare la ricerca.
I libri:
Friederike Otto, Ingiustizia climatica, ed. orig. 2023, trad. dal tedesco di Armando Canzonieri, pp. 288, € 19,50, Einaudi, Torino 2025
Antonello Pasini, La sfida climatica. Dalla scienza alla politica: ragioni per il cambiamento, pp. 166, € 18, Codice, Torino 2025
Adam Greenfield, Emergenza. Come sopravvivere in un mondo in fiamme, ed. orig. 2024, trad. dall’inglese di Francesca Pellas pp. 240, € 21, Einaudi, Torino 2024
Marco Pacini, Zona Critica. Esercizi di futuro tra ecologia e tecnologia, pp. 168, € 15, Meltemi, Sesto San Giovanni MI 2024

