Joaquin Garcia, Head of Design di Italdesign dal 2023, racconta come l’azienda fondata da Giorgetto Giugiaro riesca ancora oggi ad essere competitiva: «Collaboriamo con tutti, dai top del mondo ai nuovi player. Ma Torino rimane l’ecosistema che alimenta il nostro lavoro»
Tra ricerca estetica e innovazione tecnologica, l’azienda trevigiana Antrax - specializzata in radiatori e termoarredi - ha fatto della crisi del gas un impulso per crescere. L’ad Crosetta: «Ci ha stimolato a progettare nuovi prodotti e adattare quelli esistenti per soddisfare nuove esigenze. Per consumare meno energia, bisogna lavorare sull’efficienza»
Un settore difficile da quantificare. Tra arte, ingegneria e industria, per il report Design Economy di Symbola dovrebbe valere oltre 6 miliardi. E mentre sostenibilità e digitalizzazione cambiano le regole del gioco e crescono le necessità di settori 'nuovi' come l'healthcare, storiche eccellenze e piccole realtà fanno i conti con la vera sfida: proteggere ciò che ci rende unici
Marco Bettiol, docente all’Università di Padova, da oltre vent’anni studia l’evoluzione del settore delle calzature tecniche nel distretto di Montebelluna, dove nel 1986 nacquero le celebri Air Jordan 2. «Dagli anni ’90 a oggi sono cambiate molte cose: clima, tecnologia, competitor e consumi. Ma non il know-how italiano»
Oggi, scuole e accademie italiane devono sfornare talenti in grado di adattarsi a un mercato dove la spinta espansiva – perlomeno a livello produttivo – vacilla. La chiave? Diversificare, spaziando dall’animazione ai videogiochi. All’estero, intanto, autori come Marco B. Bucci possono approfittare di normative più favorevoli: «Negli Usa un autore incassa anche il 50% dei diritti, in Italia al massimo il 12%»
Il ladro dei fumetti, precursore della crossmedialità, è (anche) sul grande schermo da quasi 60 anni. Ma persino per la sua casa editrice oggi è fondamentale imparare a parlare a nuovi lettori. «Il fumetto, come passatempo, ha perso fascino. Ma questo non significa che sia spacciato»
Con oltre 24 mila visitatori nel ‘24, combatte lo stigma di una ‘nona arte’ effimera, affiancandole concerti, esibizioni ed eventi. Il presidente Dabbà: «Il fumetto ci circonda, è nei post social e nelle istruzioni per montare i mobili. Il suo futuro? Passerà per formazione, valorizzazione della tradizione e creatività italiana»
Dal 2019 il settore è cresciuto del 213%. Ma tra '23 e '24 le vendite hanno iniziato a rallentare. Mentre le edicole spariscono, il digitale si afferma come canale distributivo essenziale e i colossi globali investono sempre più sul talento italiano. La sfida più grande? Per Marco B. Bucci: «Catturare l’interesse della Gen Z, diversificando le modalità con cui il fumetto prende vita»
L’ad Schiavone non ha dubbi: «Sarà un trampolino per confrontarci con colleghi di tutto il mondo». Perché mentre canali distributivi, tempi e qualità dei prodotti cambiano - con edizioni più curate e prezzi in crescita -, l’Italia del fumetto si adatta. Ma i rischi di sovrapproduzione e speculazione sul collezionismo sono dietro l’angolo
Muta il pubblico, si trasformano i canali distributivi e anche il principale editore italiano ripensa le proprie strategie, investendo su digitale e nuovi medium (film, serie tv e altre produzioni) per espandere l’universo delle proprie storie. E se nelle poche edicole rimaste funziona ‘solo’ ciò che il cliente conosce, le librerie diventano il terreno dove osare e innovare
Il presidente del gruppo educativo dell'Associazione Italiana Editori chiede alla politica di riflettere sul calo demografico e di andare ad agire sui sussidi alle famiglie e sui tetti dei prezzi: «Abbiamo proposto di introdurre la detrazione fiscale anche per i libri scolastici”. E sul digitale ricorda: «Oggi il 96% dei prodotti è ibrido. Ma gli e-book non sostituiscono la carta (e non è vero che sono meno costosi)»
Il mercato dei libri scolastici in Italia vale 794 milioni di euro l’anno ed è dominato da pochi grandi gruppi. Ora anche colossi come Feltrinelli e Treccani si alleano per entrare nel settore, mentre l’intera filiera affronta costi energetici in aumento. Fontanari (Grafica Veneta) avverte: «Stiamo assistendo a una continua erosione dei nostri potenziali clienti»
Furi, promotore di libri scolastici e presidente dell’associazione di categoria, critica i vincoli imposti dal Ministero, che «ignorano i rincari di energia e materia prima». E se operazioni come quella di Feltrinelli e Treccani possono stimolare la concorrenza, forse servirebbe un cambiamento nella percezione delle famiglie: «I libri sono una spesa, ma anche un investimento sul futuro»
Il 15 ottobre Annalisa Ambrosio inaugurerà a Torino il corso di Editoria Scolastica. E con ‘La seconda luna’ - antologia Zanichelli ideata da Alessandro Baricco - ha dimostrato che un altro modo di fare i libri di testo è possibile. Perché unire narrazione e design può aiutare a restituire il piacere della lettura, anche sui banchi di scuola
Se tante discoteche chiudono i battenti, ci sono anche quelle che resistono. E cercano modi per reinventarsi, nonostante le difficoltà. Coragli (Tenax): “Il segreto è diversificare: noi abbiamo iniziato portando le sfilate in discoteca”. Ma i costi non sono indifferenti. Muscinelli: “Negli anni ‘80 rifiutai Ray Charles perché costava troppo. E oggi un trapper qualunque chiede 30mila euro per una serata”
In 20 anni di carriera, il dj bolognese ha calcato i palchi dei più importanti festival internazionali, come Nameless e Tomorrowland. Sulla crisi del settore è netto: «I ragazzi vengono a vedere gli artisti, ma finita l’esibizione se ne vanno, non rimangono a ballare. E la trap ha vinto sulla dance»
Dal 1999 Matteo Botteghi fa ballare i club italiani: nel suo curriculum tre remix per Jovanotti e un quarto in arrivo. Ma con la crisi del settore, anche il mestiere del disc jockey è cambiato: «Oggi devi essere speaker, producer, vocalist, influencer. E ormai si suona quasi solo nel weekend»
Nel ‘24 la filiera videoludica italiana vale 2,4 miliardi, con 200 aziende (+25% in un solo anno) e l'80% dei professionisti sotto i 36 anni. Tecnologia e Ia abbassano le barriere all’ingresso, ma rischiano di creare un ecosistema affollato e titoli di minore qualità. Per crescere e diventare veramente competitivi, servono «una struttura aziendale solida» (Mazzaglia) e «continuità negli investimenti» (Guerzoni)
Da oltre 10 anni l’azienda porta il mondo del gaming a Torino: più di 10 titoli pubblicati, tra cui Redout (premiato come il miglior videogioco del ‘24), 80 dipendenti e un fatturato in crescita. Il Ceo Di Donato: «La qualità dei giochi italiani aumenta e il settore sta finalmente diventando competitivo a livello globale»
Pmi, brand e persino amministrazioni locali esplorano i mondi virtuali per innovare il marketing e raggiungere nuovi target. Ma Tommaso Guerzoni (Atopos) avverte: «Solo chi rispetta le regole di creatività, qualità e community riesce a connettersi davvero con clienti e persone»
Il Politecnico delle Marche è stato il primo ateneo italiano a lanciare un corso di laurea su gaming e realtà virtuale. Ma videogioco non è necessariamente sinonimo di intrattenimento. E i laureati possono contribuire anche al settore medico
Da quasi 60 anni il borgo toscano da 80 mila abitanti ospita la seconda fiera del fumetto più importante al mondo. Già da 30 anni, però, il Lucca Comics è anche “Games” e i videogiochi, complice la crossmedialità, contano sempre di più. L’edizione ‘24 ha superato quota 275 mila visitatori e 150 mln di indotto
Il second hand non è “solo” una moda passeggera: è un’economia in espansione da 27 mld l’anno solo in Italia. E crescerà tra il 20 e il 30% annuo a livello globale. Così moda, vinili, fotografia analogica si trasformano in asset culturali ed economici, spinti soprattutto dai giovani. Perché "millennial e Gen Z sono più attenti alla circolarità e nei pezzi del passato trovano tranquillità e conforto"
Dagli Usa alla Romagna, Angelo Caroli ha portato in Italia la cultura del vintage. In 50 anni ha creato un archivio di oltre 150mila pezzi e oggi diffonde la cultura del riuso: “Prima mettere vestiti usati era una vergogna, oggi recuperare è meglio che buttare. E i giovani lo sanno bene”. Ma se un capo di fast fashion compie 20 anni, non può essere chiamato vintage "perché manca la qualità"
La fotografia analogica conquista gli under 25. E secondo Emma Canepari (SpeedPhoto Bovisa), “l’attesa” e “l’errore” sono gli ingredienti chiave dietro al boom del settore tra ‘23 e ‘24. Ma con una filiera decimata dagli anni di rallentamento, si deve puntare sulle rimanenze di magazzino: “I rullini scaduti costano meno e hanno una certa unicità estetica”
Il mercato del vinile nel ‘24 ha mosso, solo in Italia, quasi 40 mln. Michele Alunni, titolare di Logout Records a Firenze, attribuisce la ripresa di un mercato “che a metà anni 2000 sembrava morto” alla “noia dell’intangibile”. Ma oggi i dischi costano di più perché “nel frattempo la filiera è scomparsa”
Oggi nel mondo ci sono abiti sufficienti per vestire sei generazioni. Per Francesca Vigna, docente all’Istituto Marangoni di Parigi, “la sovrapproduzione legata all'ascesa del fast fashion ha riportato l'attenzione su ‘quello che c’è già’". E se l'Italia è arrivata tardi, è perché "non ha la cultura dell'usato". Ma ora anche l'alta moda studia collezioni dal sapore retrò
Barbara Minacori è una giovane danzatrice palermitana che da anni vive e lavora all’estero. Oggi fa parte del corpo di ballo del Teatro di Osnabrück, in Germania, e non ha dubbi: “All’estero il ballerino è una figura più valorizzata, sia dal punto di vista professionale che culturale. E la danza contemporanea trova il suo spazio”
La denuncia del ballerino e attivista: “Da più di un anno il Ministero non ci risponde”. Ma mentre le Fondazioni diventano “Grandi teatri d’opera” senza menzionare il balletto, “non sarà una nuova compagnia privata ed esterna a sciogliere i nodi occupazionali”. E sul corpo di ballo (sempre privato) di Bolle, avverte: “Un pericoloso precedente”
Secondo una bozza trapelata a luglio il Ministero punterebbe a finanziare per tre anni una compagnia nazionale privata e itinerante invece di rafforzare i pochi corpi di ballo stabili rimasti nelle Fondazioni lirico-sinfoniche. Pensata per ridurre la precarietà, secondo alcuni rischia invece peggiorarla
Per Filagna (Fials-Cisal) dietro la bozza di luglio si cela “una mancanza di formazione e Cultura. Ma con il Ministero il dialogo resta aperto”. Bernabini, giornalista, denuncia invece l’isolamento delle Fondazioni: “Co-produzioni? Solo con l’estero”. E se oggi persino le étoile devono sbarcare su TikTok per acquisire notorietà è anche a causa di un certo immobilismo passato
Dopo la fase espansiva del biennio ‘18-’20 e l’exploit del periodo Covid, nel primo trimestre ‘25 gli utenti dei canali a pagamento Vod (video on demand) calano del 2%. Amazon Prime è l’unica a crescere, mentre accelerano le piattaforme gratuite (+3,4%). Le sale? Ancora sotto i livelli pre-Covid, ma fino ad ora il '25 va meglio del '24
A tre mesi dai decreti correttivi del tax credit, il cinema italiano ingrana la marcia. Arrivano nuove grandi produzioni internazionali, mentre i piccoli operatori denunciano vecchie difficoltà. Resta da risolvere la questione dei criteri minimi di distribuzione, ma le produzioni ripartono. Azzollini (Confartigianato Cinema e Audiovisivo): “I primi dati arriveranno a fine anno. Ma intanto quasi tutti gli attori sono occupati”
Gabriele Niola, critico e autore del podcast Dicono che è bello, sostiene che anche una piccola realtà può riportare il pubblico in sala: basta saper comunicare bene, creare attesa e uscire dagli schemi. Gli esempi di successo non mancano, con il Cinema sotto le stelle della Cineteca di Bologna che quest’estate ha registrato 230 mila spettatori in 56 serate
Il direttore della Film Commission piemontese ha fiducia nella forza dell'industria. E dopo aver portato Fast & Furious 10 a Torino, non gira le spalle alle grandi produzioni estere: “Gli stranieri scelgono l’Italia per la qualità, non solo per gli incentivi. Ora serve ragionare sulla distribuzione”
Per Elisabetta Sciarra, direttrice dal 2024 della Biblioteca, il cambio di contabilità permetterà di avere una conoscenza più profonda del valore economico dei nostri beni. “Ma ovviamente non per questo saranno in vendita”
Il commercialista, profondo conoscitore del mercato della cultura, spiega che “oggi nel bilancio di un ente viene rappresentato solo ciò di cui è proprietario, domani invece entrerà tutto quello che controlla”. E ogni spesa sostenuta può tradursi in un valore aggiunto enorme
Per la presidente dell’Associazione Ville Venete, “una villa storica si difende meglio quando è viva, non quando resta immobile”. La vera tutela passa da un equilibrio tra identità culturale e sostenibilità economica. Per non farli diventare gioielli vuoti e ingestibili, bisogna fare sistema: “Una rete tra privati e istituzioni, accesso al credito, formazione e una visione imprenditoriale condivisa”
La Reggia monzese è passata dal sogno di una “Versailles lombarda” al caos gestionale in meno di 10 anni. E oggi, dopo il naufragio della gestione mista pubblico-privato, naviga a vista, tra bilanci in rosso e un contenzioso milionario ancora aperto
Il Castello di Thiene, esempio di architettura gotico-veneziana, è gestito da Francesca di Thiene che affronta le grandi sfide della conservazione, tra costi elevati e responsabilità di tutela. Da centro agricolo è divenuto polo culturale, ma la sostenibilità economica resta difficile. L’obiettivo per il futuro? Renderlo accessibile e autosufficiente, valorizzando il territorio
Per la presidente della Fondazione Paola Rovellini, servono visione e continuità. Il festival di Marina di Pietrasanta punta su una macchina organizzativa attiva tutto l’anno, superando la logica dell’evento stagionale. Come si regge il modello? Con un’impostazione manageriale: programmazione coerente, governance stabile, sostenibilità su base triennale. E si prova ad alleggerire anche il bilancio comunale con Art Bonus, sponsor e mecenati
Solo in presenza di alleanze robuste e di una direzione curatoriale riconoscibile si può pensare alla cultura come struttura capace di generare senso e reputazione, senza ridursi a cornice. In un contesto ad alta pressione turistica come Taormina, Taobuk rifiuta la logica adattiva dell’intrattenimento perché “il turismo deve confrontarsi con la cultura, non il contrario”
La cultura attraversa le mura dell’impresa e diventa occasione di crescita (anche) professionale. Obiettivo: trovare nuovi strumenti per leggere la complessità di un mondo che cambia. Così imprese come Carraro, Manini Prefabbricati, Lago e tante altre invitano grandi autori in fabbrica a dialogare con i lavoratori. Gribaudi: “Portiamo la lettura oltre i luoghi ovvi della cultura”. E i direttori del personale si ritrovano a "Libri sotto le stelle"
Vecomp, azienda informatica veronese, ha trasformato uno spazio formativo in un teatro di cultura d’impresa. Con il Vecomp Theater e l’Academy, promuove eventi che mettono al centro le persone e le relazioni, puntando sulla contaminazione culturale come leva strategica
Oltre cento partecipanti ogni anno, 550 soci attivi, romanzi e saggi al centro. La rassegna estiva di AIDP (Associazione Italiana Direzione Personale) Veneto-Fvg porta la cultura nel mondo delle risorse umane (e non solo). “Non è un evento per specialisti, ma un progetto pensato per chi lavora con le persone e vuole farlo meglio. Anche leggendo”
Nel 2019 Matera era Capitale Europea della Cultura: 60 mln investiti, 1.500 eventi, una mobilitazione senza precedenti. Nel ‘23 i musei statali lucani hanno registrato il 54% di presenze in meno rispetto al ‘19. A rendere difficile dare seguito, sicuramente anche pandemia e cambio di amministrazioni proprio quando serviva consolidare la legacy. “È mancato un piano”, dicono gli operatori. Orlando (Fondazione Matera-Basilicata 2019) rivendica il cambio di metodo, ma ammette: “Senza politiche stabili, l’eredità resta sulla carta”
Nata nel ‘15 come risarcimento post-Matera, la Capitale italiana della cultura è oggi un’occasione per ridefinire identità urbane e posizionamenti simbolici. Da Agrigento a L’Aquila, fino a Pordenone ‘27, le città usano la candidatura per “farsi vedere diversamente”. “Non chiediamo attenzione, ma riconoscimento”, dicono i promotori. E anche chi non vince, intanto, prova a far cambiare lo sguardo su di sé
Un tempo occasioni di business redditizio, oggi le fiere d’arte italiane sono piuttosto momenti di rappresentanza per gallerie e artisti. Addamiano (Dep Art Gallery): “Con le vendite in fiera non pareggiamo i costi. E l’Italia fatica a portare i clienti internazionali che contano”. Maggi e Zanello (Galleria Fumagalli): “Troppa frammentazione per competere con l’estero”. Mentre Fassi (Artissima) rivendica il ruolo culturale e relazionale delle fiere: “Restano un crocevia a livello di connessioni, relazioni strategiche, politiche culturali”
In Italia oltre il 60% delle realtà artistiche private ha scelto la forma giuridica della fondazione. Una scelta strategica: “Serve a dare struttura alla collezione, aumentare la reputazione e valorizzare le opere”, spiega l’economista Alessia Zorloni. È così che il collezionismo familiare si trasforma in asset identitario. E il ritorno, oggi, è anche simbolico: “Un dividendo estetico e culturale che rafforza la legacy nel tempo”
La recensione di questa settimana, tratta dall’Indice dei libri del mese di giugno, tratta di “Gorgo Cpr. Tra vite perdute, psicofarmaci e appalti milionari” di Lorenzo Figoni e Luca Rondi: un’inchiesta giornalistica che illumina il sistema opaco e patogeno dei Centri di permanenza per il rimpatrio italiani. Il libro, attraverso documenti e testimonianze, denuncia un sistema in cui la gestione è affidata a privati attraverso appalti milionari e in cui manca un reale controllo pubblico o giudiziario, con la sistematica violazione dei diritti fondamentali
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