Il vicepresidente di Confindustria punta sul dialogo con Roma e Bruxelles per migliorare il provvedimento. “Il tetto di 6,3 mld è già stanziato dal Pnrr, quindi non ci saranno sorprese negative come con il Superbonus. Abbiamo chiesto di prorogare la scadenza di 3-4 mesi, ma puntiamo a ottenere una misura strutturale. Curva di apprendimento inevitabile, ma il sacrificio verrà ripagato”
A Milano il completamento della linea blu M4 ha abbattuto i tempi di trasporto dal centro all’aeroporto di Linate. A Bologna sono partiti i lavori di due delle quattro linee che formeranno la nuova tramvia. A Padova le linee del tram saliranno da una a tre. Una rivoluzione impattante ma destinata a migliorare la qualità dell’aria e del tpl. Con le grandi catene pronte ad insediarsi nelle zone attraversate dalle nuove infrastrutture
L’ex sindaco reggente di Padova, esperto di mobilità e trasporti, fa notare che lo slancio impresso dal Pnrr avrà un prezzo da pagare in termini di spesa corrente. “Alzare il costo del biglietto può essere una risposta, ma bisogna dirlo. Fondamentale aprire il dibattito. Le reti di trasporto vanno progettate prima dell’espansione urbanistica, non il contrario. E in futuro la pianificazione dovrà essere meno ideologica”
In passato i timori per l’impatto delle nuove infrastrutture sono stati cavalcati dalla politica, ma a Padova le contestazioni hanno lasciato il posto alla soddisfazione degli utenti. Ivo Rossi: “Bisogna aiutare le persone a orientarsi, con umiltà”. Tra i benefici maggiori, la riduzione del traffico privato: ogni giorno tram e metro toglieranno dalle strade 256 mila auto a Bologna, 82 mila a Milano e il 35% a Padova
Per la maggior parte degli agenti immobiliari, le nuove forme di mobilità incideranno sul mercato. A Milano, nelle zone attraversate dalla linea M4 della metro, i prezzi delle abitazioni sono già cresciuti del 40% in dieci anni e i negozi di quartiere stanno lasciando posto alle catene. A Padova il tram farà salire i prezzi del 15%. Scetticismo solo a Bologna: “Miglioramento limitato, non porterà variazioni significative”
Il Pil negativo della Germania sta impattando diversi settori produttivi italiani, tra tavoli di crisi e boom degli ammortizzatori sociali. Oltre all’automotive, la contrazione colpisce anche tessile moda, gomma plastica, concia, ceramica e biomedicale. Buck (Camera di Commercio Italo-Germanica): “Tra i due Paesi partenariato storico, imprese fiduciose nella ripartenza”
Da Volkswagen a Mercedes-Benz e ThyssenKrupp, la crisi dell’industria tedesca si propaga sulle filiere italiane. I tagli dell’automotive risparmiano la Motor Valley, ma i fornitori delle grandi case automobilistiche devono ricorrere alla cig. Tra i gruppi in difficoltà presenti in Italia anche Sole Components e Basf
Tra i due Paesi un giro d’affari di 164,3 miliardi. Il calo del ’23 ha penalizzato soprattutto l’export italiano (-3,6%). La Germania è in pole position anche per numero di investimenti diretti in Italia, con oltre 1.700 imprese controllate e circa 96 mld di fatturato. Buck (Camera di Commercio Italo-Germanica): “Macchinari, elettrotecnica ed automotive in difficoltà. Nel futuro green tech, aerospazio e tecnologia militare”
Christian Schubert, corrispondente del Frankfurter Allgemeine Zeitung da Roma, fotografa il clima che si respira in Germania. Dove la Camera dell’Industria e del Commercio continua a premere sulla transizione green e dove il governo ha approvato un pacchetto di misure per rilanciare l’economia. La ricetta? Sgravi fiscali, investimenti in infrastrutture, semplificazione burocratica e rafforzamento del mercato finanziario
Come abbiamo detto in precedenti articoli, un brevetto per essere valido deve essere nuovo ed originale. La novità di un brevetto implica che all’atto del deposito questo brevetto non sia conosciuto, ovvero non sia pubblicato o diffuso, né dal titolare, né da altri soggetti. Questo significa ch...
Per il presidente del Gruppo Clerici di Brescia (prodotti idrotermosanitari e arredobagno) “bisogna seguire la strada tracciata dall’elettrico. Nel nostro settore la partita riguarda chi fattura almeno 100 mln, il mercato ha bisogno di player più grandi. Anche noi abbiamo iniziato a trattare prodotti elettrici. L’edilizia privata soffre per la fine dei bonus e del rimbalzo post Covid, l’edilizia pubblica attende i benefici del Pnrr”
Il settore cresce a ritmi vertiginosi grazie alle acquisizioni. Il risultato è che idraulici ed elettricisti hanno a disposizione punti vendita sempre più moderni e assortiti. Ma le imprese italiane oltre i 100 mln sono una decina e la distanza dai mercati più evoluti come gli Usa è ancora notevole. Comoli Ferrari: “Bisogna puntare sulle aggregazioni per non diventare prede degli stranieri”
Il presidente e ad dell’azienda controllata dalla multinazionale francese, attiva nella distribuzione di prodotti e soluzioni per il mercato elettrico, prevede uno stop alle acquisizioni nel campo elettrico e un aumento delle concentrazioni sul versante idrotermosanitario. Che però cambierà pelle: “La pompa di calore apre le porte all’ibridazione. In Italia grande partecipazione, ma l’iniziativa è in mano agli stranieri”
L’azienda pordenonese, che produce box doccia e soluzioni per arredobagno, ha diversificato la catena della distribuzione con la napoletana Megawatt, specializzata in materiale elettrico. Per il ceo Giuseppe Presotto “i grandi player puntano sui volumi, le piccole insegne rispondono con maggiore consulenza e qualche margine in più. Ma nel giro di qualche anno i piccoli verranno acquisiti dai grandi e questi a loro volta verranno acquisiti dagli stranieri, magari francesi e tedeschi come avvenuto in altri settori"
Il rapporto economico Italia-Francia 2023 evidenzia la supremazia del Paese transalpino, che conquista il titolo di primo investitore straniero. Roma investe invece in Francia 51 mld (in crescita). Per quanto riguarda il fatturato delle 2.074 imprese francesi in Italia (110 mld), è più che doppio rispetto a quello delle 1.810 aziende italiane in Francia. Italia prima per investimenti nel settore medico e farmaceutico, Francia seconda per fornitura di energia elettrica
Nel portafoglio del Polo del Gusto triestino c’è anche Dammann Frères, produttore francese di tè e infusi d’alta gamma rilevato da Gruppo Illy nel 2007. Per il presidente Riccardo Illy, nominato console francese a Trieste nel 2020 anche per gli investimenti sostenuti oltralpe, “essere presenti in Francia ha fatto aumentare il nostro standing. Il cambio di sede è stato un problema, ma la giustizia francese funziona bene e lo abbiamo risolto in due anni”
L’ingresso di Lvmh nel capitale di Moncler solleva il tema della crescente presenza transalpina nelle imprese italiane del lusso e non solo. La forte presenza nell'energia, nelle banche, nell'alimentare e molto altro. Ma c'è anche qualche caso all'opposto. Costa: “O si è predatori o prede”. Cunego: “Ai giovani che vogliono lavorare conviene imparare il francese”
Il lanificio trevigiano ha mantenuto la propria indipendenza per non rinunciare a una storia che prosegue da cinque generazioni. "L’Italia ha perso tanti marchi, ma la nascita di campioni nazionali è un’utopia a cui non dobbiamo rinunciare”. L’azienda padovana di denim è stata acquisita da Chanel: “Abbiamo accettato per far crescere l’azienda. Ma c’è anche chi rifiuta perché non vuole farsi comandare”
Lato imprese edili, il settore degli stadi in Italia è ancora un mercato limitato. “Finché la proprietà degli stadi rimane pubblica ci sono pochi investimenti”, spiega Roberto Zanga, titolare di Intesa Costruzioni che negli ultimi anni ha lavorato alla ristrutturazione del Gewiss Stadium di Bergamo e ad alcuni interventi al San Siro e al Sinigaglia di Como. Lavori che “hanno inciso per un 20-25% sul nostro fatturato”
Per l’architetto ed “esperto” di stadi Massimiliano Giberti serve un cambio di paradigma: “Se privatizzati i club sono più propensi ad ospitare eventi per aumentare i propri ricavi. Ma siamo ancora molto indietro rispetto a Germania e Inghilterra". A livello normativo la Legge Stadi semplifica l’iter, “ma non può intervenire sui vincoli monumentali”. Altro handicap in Italia è l’impossibilità “di inserire gli edifici residenziali nel mix funzionale di opere che i club propongono alle amministrazioni in cambio dei diritti sull’impianto"
Il dg della Lega Pro punta il dito contro la politica: “Siamo l’ultimo vagone del treno europeo, escludere lo sport dal Pnrr è stato un grave errore. Le istituzioni temono la speculazione edilizia, ma uno stadio moderno serve a riqualificare il territorio e patrimonializzare le società di calcio. Bisogna puntare su un modello pubblico-privato basato sulle concessioni a lungo termine”
L’unica società di terza divisione ad essersi costruita uno stadio privato è l’AlbinoLeffe. E i club che stanno provando a seguire il suo esempio sono ancora pochi. La convivenza problematica tra partite e concerti ha provocato lo “sfratto” della Triestina dal Rocco. E a Padova, le buone intenzioni del Comune si sono scontrate con un’inchiesta della procura che ha bloccato la ristrutturazione dell’Euganeo per mesi
Il “derby” di Milano riaccende i riflettori sulle società calcistiche che puntano a costruire, acquistare o ottenere in concessione gli impianti per trasformarli in strutture polifunzionali con negozi, musei e servizi. Possedere uno stadio elimina il costo dell’affitto, aumenta i ricavi da gara e genera nuovi ricavi come i naming rights degli sponsor e gli introiti commerciali. I casi virtuosi di Atalanta, Sassuolo e Udinese
L'analisi del Centro Studi ItalyPost ha mappato 300 aziende italiane d'eccellenza, selezionate per crescita di fatturato, Ebitda e utili negli ultimi sei anni. Tra queste figurano colossi come Barilla, Brembo e Piaggio, e Marcegaglia. Il 2024 si profila però complesso: dal rallentamento di Cina e Germania alle tensioni geopolitiche, le imprese affrontano nuove sfide. La vera prova sarà navigare la frenata della globalizzazione e la crisi demografica nazionale
La trasformazione digitale comporta l’integrazione di tecnologie e soluzioni digitali in ogni ambito di un’azienda. Le soluzioni digitali contribuiscono ad aumentare la forza lavoro e possono portare alla trasformazione dei processi aziendali, dei modelli di bus...
Giovedì 17 e venerdì 18 ottobre il Davines Group Village di Parma ospiterà il Forum organizzato da L'Economia del Corriere con ItalyPost. Durante l’evento verrà presentata la ricerca sulle 300 imprese che hanno meglio performato negli ultimi sei anni. Sarà anche l’occasione per un confronto su innovazione, sostenibilità e strategie di crescita con molte di queste imprese, tra cui alcuni big come Brembo, Piaggio e Barilla
Dal 2020 al ‘23 il fatturato dell’azienda reggiana, che conta quattro stabilimenti in tre Paesi per un totale di 4 mila macchine all’anno, è più che raddoppiato a 320 mln. Per il Ceo “anticipare Industria 4.0 ha aiutato il brand awareness. Oggi lanciamo due nuovi prodotti all’anno. E prevedere le future necessità del cliente sarà sempre più importante”
L’azienda chimica brianzola, controllata dal colosso P&R, ha visto scendere il fatturato 2023 da 179,7 mln a circa 130 per il calo dei prezzi, che in precedenza avevano spinto la crescita. Per il managing director “le previsioni sul ’24 sono stabili". Fondamentale nel loro settore l'attenzione alla sostenibilità "senza la quale non si lavora con le multinazionali". La competitività? "Assistenza al cliente, personalizzazione dei prodotti e investimenti rapidi le nostre armi vincenti"
L’azienda tessile vicentina, che gestisce quattro brand tra cui Blauer e Ten C, ha chiuso il 2023 con un fatturato intorno ai 90 mln (+23%) e sta realizzando un nuovo stabilimento. Il presidente: “Vogliamo crescere all’estero e investire, ma senza indebitarci. Contrastare i colossi è come andare in guerra con la fionda, meglio specializzarsi e migliorare il servizio”
L’azienda parmense, produttrice di tubi flessibili termoplastici rinforzati, ha realizzato un maxi-impianto fotovoltaico che copre l’80% del fabbisogno energetico aziendale. Massimo Conti (Senior Advisor Esg): “Abbiamo stanziato un milione di euro senza agevolazioni, è stata una scelta fortemente voluta. Il fotovoltaico alimenterà anche un progetto di economia circolare per il riutilizzo degli scarti. E negli uffici, grazie ai sensori, l’impianto di climatizzazione resta spento cento giorni all’anno”
Un’indagine di Quaeris su 177 aziende italiane evidenzia la transizione energetica come tema centrale per molte imprese. Badin (Smartech Italia): “L’impegno c’è, ma le infrastrutture sono ancora inadeguate”. Fedegari: “La prossima sfida è la geotermia”. Dei Tos (Itlas): “Ricerca costante per non diventare energivori”. Fior: “Eliminiamo gli sprechi che producono inquinamento”. Fumagalli (Steriline): “Un ambiente migliore attira il personale”
L’indagine di Quaeris svela che solo il 39% delle imprese affida l’efficientamento energetico ad altre figure, come operations o energy manager. In compenso, il 79,1% dichiara di conoscere le proprie fonti energetiche (che nel 22% dei casi sono interamente rinnovabili). L’impegno per la decarbonizzazione fa crescere anche i pannelli fotovoltaici (83,6%). Le difficoltà principali riguardano la mancanza di necessità e i costi elevati
Castagna Univel è sia energivora che gasivora: “I nostri processi hanno bisogno di vapore, le alternative elettriche per ora non esistono”. Il managing director Alberto Nicolini spiega che in compenso l’azienda lodigiana ha installato tre impianti fotovoltaici, pompe di calore e sensori intelligenti per la riduzione dei consumi. “E nel 2025 realizzeremo una comunità energetica per condividere i benefici dei nostri risparmi”
L’industria 5.0 nasce con lo scopo di includere la risoluzione dei problemi che la quarta rivoluzione industriale o Industria 4.0 ha tralasciato, e cioè l’aumento delle disuguaglianze, l’inquinamento, le minacce ai diritti fondamentali della persona.
Così come è stata presentata nel rapp...
I mesi centrali della stagione estiva mostrano un significativo calo di arrivi e presenze nelle località balneari romagnole, con una diminuzione di turisti sia rispetto al 2023 che al ‘19. Le ricerche su Booking mostrano che anche a settembre le strutture faticano a riempire le camere, al contrario di quanto avviene sul litorale veneto e friulano, che registra una tenuta anche sul fronte del turismo open air. Gli operatori romagnoli chiedono un rinnovamento: “Schemi superati, i privati devono adeguarsi ai cambiamenti”
A sostenere la tesi è il presidente di Aigab Marco Celani, secondo cui “l’aumento degli arrivi è un fenomeno positivo, bisogna imparare a gestirlo. I sindaci non possono solo lamentarsi, la libertà d’impresa vale anche per i proprietari”. La polemica più vivace ha riguardato Bologna, dipinta dal New York Times come un “inferno turistico” dominato dalla mortadella, ma l’aumento di visitatori riguarda tutte le metropoli, le città più iconiche e le località turistiche. L’altro lato della medaglia è dato dalle città intermedie, che perdono visitatori
Il governo approva il decreto che proroga le concessioni balneari fino a settembre 2027, trovando un compromesso con Bruxelles. I Comuni potranno indire gare anticipate e i nuovi concessionari dovranno pagare indennizzi a chi lascia. Le Regioni si muovono in ordine sparso: in Veneto l’80% delle concessioni è già in linea con le norme europee, in Friuli Venezia Giulia il Comune di Lignano emana i primi bandi, in Emilia Romagna la Regione prepara le linee guida
L’estate 2024 evidenzia per la prima volta una tendenza che l’anno scorso si era solo intravista: agosto non è stato il mese più richiesto, i turisti stranieri (il 51% del totale) hanno preferito i mesi meno caldi e hanno garantito un flusso continuo da giugno a settembre. Per la presidente di Federturismo Confindustria “gli italiani hanno ridimensionato i loro progetti di vacanza per il caro prezzi. Ora i territori devono agire in sinergia per esprimere diversi tipi di turismo”. Tedeschi in flessione, mentre gli americani aumentano e spendono di più
Il punto sui principali eventi del primo semestre 2024 nel Nord Italia. VicenzaOro completa il ritorno al pre-pandemia, mentre a Rimini Sigep segna 20mila visitatori in meno. In decisa crescita Macfrut (di proprietà di Cesena) e, passando a Bologna, Slow Wine Fair e Mecspe; Cosmoprof e Cibus (a Parma) ancora sotto al pre-Covid. Per Milano (Salone del Mobile) e Verona (Vinitaly) il 2019 resta un miraggio soprattutto per gli ingressi
L’ente gestito da Padova Hall è l’unico del Nord Italia ad aver chiuso il 2023 in perdita. Il quartiere fieristico ha perso Auto e Moto d’epoca e ha visto aumentare la presenza dell’Università, mentre l’idea dell’Arena della Musica è tramontata e il progetto di un nuovo hotel è stato ridimensionato. L’ex sindaco Ivo Rossi (Pd) e il consigliere Lonardi (Lega) concordano: “I soci pubblici stanno svuotando la Fiera senza dirlo”
Per il presidente di Aefi, il sistema fieristico italiano deve aumentare le manifestazioni oltreconfine per colmare il gap con Francia e Germania. “Le nuove unioni dovranno far coesistere i campioni e i prodotti internazionali delle piccole fiere. L’effetto ristori è finito, siamo tornati a distribuire utili. Il digitale è utile per tenere un contatto continuativo tra aziende e buyer. Le tensioni internazionali restano un’incognita”
Bologna festeggia la quotazione in Borsa e l’ingresso di Informa, ma chiude il ’23 con un utile risicato e dice addio alla fusione con Ieg. Rimini-Vicenza reagisce alla scomparsa di Cagnoni espandendosi in Brasile e Arabia Saudita. Fiera Milano prova la svolta green, Verona prevale su Dusseldorf, Parma brilla nell’agroalimentare, Padova soffre. E nel ’22 le perdite sono state limitate dagli utili delle società controllate
Nella panoramica redatta da Confindustria Lecco e Sondrio per il primo semestre dell’anno, il quadro congiunturale è positivo. Le aziende investono nel proprio sviluppo e l'occupazione resta stabile, ma faticano a trovare personale qualificato
Manipolare articoli piatti di dimensioni importanti, come ad esempio pelli di molto superiori al metro quadrato, non è cosa semplice ed in più richiede spesso l’impiego di due persone.
Nel settore della concia, ad esempio, si movimentano con frequenza pelli che superano 3-4 metri di larghezza...
Da Coin a Pro-Gest, per molte aziende che avevano approfittato dei tassi a zero è l’ora della resa dei conti. Gli alti oneri finanziari e la contrazione dei consumi aggravano la situazione di molte imprese. Eccone alcune alle prese con un debito difficilmente sostenibile. Alcune si trovano già a prendere decisioni strutturali, altre scommettono su un rapido miglioramento degli indicatori. Intanto chi è più fortemente patrimonializzato punta a conquistare quote di mercato
Il Cfo del gruppo Aeffe, società del fashion riminese: “Abbiamo fatto debito quando i tassi erano negativi, ora ci costa circa 10 mln di oneri finanziari l’anno”. Sul calo di Ebitda nel ‘23 e le perdite che il gruppo accumula dal ‘22: “Abbiamo operato una razionalizzazione che sapevamo ci sarebbe costata. Su Moschino abbiamo lavorato per aumentare il valore del brand”. Sui compensi (alti) agli amministratori: “Ma non c’è mai stata distribuzione di dividendi”
Secondo Bankitalia, nel 2023 la domanda di finanziamento è cresciuta solo per un’impresa su cinque. Il 56,4% è pronta ad accettare tassi più elevati o maggiori garanzie. Il Nordest, dove le imprese si segnalano per una struttura finanziaria più solida, è l’unica macroarea in cui il dato sull’aumento della domanda di prestiti è leggermente positivo (+0,2%). Nuovi prestiti in forte calo in FVG, quasi stabili in Lombardia
Se le limitazioni alla circolazione dei tir italiani imposti dall’Austria sono cosa nota, gli autotrasportatori sono già sul piede di guerra per i cantieri sulle infrastrutture. Sul Brennero la ristrutturazione del ponte di Lueg durerà dal 2025 al 2027 con una sola corsia per senso di marcia utilizzabile. Già allo studio diverse misure per il dosaggio dei mezzi pesanti, con rischi anche di temporanee chiusure totali. Sui Tauri, al di là del valico del Tarvisio, termineranno a giugno 2025 i lavori a tre gallerie
I primi mesi di quest'anno hanno evidenziato nuove tendenze, legate soprattutto alla crisi di Suez. La Spezia guadagna una parte dei container persi dai porti dell’Adriatico, ma la maggior parte va in Spagna e Nord Africa. Il trasporto merci via aereo sale del +17%, ripristinati anche i collegamenti ferroviari con la Cina. Franco (Dachser e Fercam): “Reazioni di pancia, i container torneranno a crescere”
L’Italia conta 22 mila conducenti di mezzi pesanti in meno del fabbisogno, ma nel resto d’Europa le cose non vanno meglio. Gianesini: “Le limitazioni ai valichi alpini hanno reso il mestiere ancora meno appetibile”. Condotta (Gruber Logistics): “Dall’Ue azioni poco convinte, servono parcheggi con più posti letto e docce”. Franco (Dachser & Fercam): “Il gap tra domanda e offerta riguarda anche altre professioni del settore. Ci rivolgiamo ai giovani per aumentare l’appeal del nostro mondo”
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