Il presidente dell’Autorità portuale di Trieste oltre che dell’organizzazione e dei porti europei ragiona sui fattori di competitività degli interporti. “Contano i treni, ma il bilancio lo fanno magazzini e immobili”. Sul fare sistema “serve creare un network, ad esempio a livello veneto o di Nord Est. Il tema va affrontato dal punto di vista industriale, attraverso partecipazioni societarie”
Colpiti dal contraccolpo della recessione tedesca, i due interporti hanno annunciato un nuovo terminal ciascuno. Gasparato: “Strutture sulla stessa direttrice, vicine e quindi concorrenti”. Spinedi: “Il Nordest può ragionare su una dimensione più ampia e fare squadra per contrastare i competitor del Nord Europa”. Tensione sulla riforma degli interporti trainata da Verona: “Bologna e Padova uniche contrarie, ma l’avevano approvata anche loro”
L’idea di una società unica degli interporti del Nord Est - suggerita da Zeno D’Agostino - sembra ad oggi poco plausibile. La realtà è che tra le tre città “ci sono già stati momenti di forte collaborazione, minati da politica e differenze amministrative”. Un approccio unitario sarebbe fondamentale per competere a livello europeo, e a chiederlo dovrebbero essere in primis le associazioni di rappresentanza degli industriali
La sostenibilità ambientale si misura grazie alla riduzione delle emissioni e la carbon footprint. “Ben più difficile è dimostrare quella sociale, parte però fondamentale dell’Esg”, sottolinea Petruccioli di 21 Invest. Intervenuta alla Green Week sul tema “Finanza Esg”, constatava che “gli investitori istituzionali sembrano temere ancora il commitment forte su obiettivi di sostenibilità”
A fine ’22 il gruppo lodigiano deve rinunciare al 60% della sua produzione a causa di un incendio, ma il macchinario sostitutivo può arrivare solo dopo un anno. “Il personale ha capito la situazione e cooperato: lavorando su tre turni, nel fine settimana e in sedi distaccate”. Il risultato? Castagna Univel ha perso solo qualche punto percentuale rispetto ai 62 mln di fatturato e agli 8,4 mln di Ebitda del ’22. E ora l’ad del gruppo ha dato il via alla propria impresa sociale nel piacentino: “Diamo lavoro a persone fragili, per fare qualcosa di positivo per chi ha meno possibilità e per la comunità”
Fin dal 2000, ogni 26 Aprile, viene celebrata la “Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale”.
È un evento importante che tende a sensibilizzare gli attori dell'innovazione affinché usino gli strumenti adatti per proteggere le Ioro nuove soluzioni con gli strumenti adatti, come brevet...
Davines, Dallara, Agugiaro & Figna e Fitt sono solo alcune delle aziende che hanno saputo coniugare sostenibilità sociale e sostenibilità economica. Bonomi: “Dalle piattaforme territoriali deve partire un percorso socialmente condiviso”. Colla: “La politica deve guidare questo percorso”
Secondo l’economista industriale Franco Mosconi, quando si parla di sostenibilità sociale un fattore fondamentale è lo spirito di comunità. “È quell’attitudine che porta ogni attore pubblico, privato e del terzo settore a dialogare e collaborare per lo sviluppo dell'ecosistema. E per le imprese si traduce in positivi risultati economico-sociali”. Mentre su come combinare innovazione e spirito di comunità per le pmi, Mosconi auspica ad un “ruolo attivo da parte delle associazioni di categoria”
Nel settore del cleaning da oltre 50 anni, con servizi personalizzati di pulizia e igienizzazione a oltre 2mila clienti (tra cui Trussardi e Porsche), l’azienda bergamasca si distingue per il suo impegno nel sostegno dello sport, eventi culturali locali e istituzioni come l’Università. Partner di squadre sportive come Atalanta e Chorus Volley Bergamo, Fra.Mar supporta anche progetti come “Creo-Lab Sustainability”, un laboratorio per studenti per l’innovazione e la creatività
Forestazione urbana e nuove tecnologie sono strategie indispensabili per contribuire al freno del riscaldamento globale. Tuttavia, il problema cruciale sono gli impatti delle attività antropiche cittadine, dato che edifici e trasporti rappresentano l’80% delle emissioni. Serve, dunque, una visione olistica della città, che tenga conto anche degli aspetti di maggiore vulnerabilità sociale. Alla Green Week a Parma se ne è parlato con gli esperti nel panel “Città verde e resilienza urbana”
Nella seconda edizione del Premio Green Book la Giuria dei lettori ha scelto come vincitore il libro del geologo Gianluca Lentini dal titolo “La Groenlandia non era tutta verde” (Egea). Un’opera che si presenta come un viaggio esaustivo nel mondo del cambiamento climatico, dall'origine umana alla sua mitigazione e adattamento
Alla Green Week di Parma, l'ingegner Giampaolo Dallara ha sottolineato l'importanza di integrare sostenibilità economica e sociale nell'attività aziendale. "Investire in un ambiente lavorativo sereno è vantaggioso per tutti", sostenendo la bontà delle politiche di redistribuzione delle risorse. Visione definita da Aldo Bonomi "una lezione di umanesimo industriale". "D'altronde è lo spirito di comunità di pubblico e privato a trainare l'Emilia-Romagna", chiosa Mosconi
Il nuovo libro dello chef pluristellato Davide Oldani, “Visioni Pop. Una passione lunga 20 anni”, è stato presentato durante l’appuntamento “Non solo stelle rosse”. Non una raccolta di ricette, ma “una riflessione su come siamo rimasti fedeli a noi stessi nel cambiamento”, spiega lo chef. E un manifesto della sua Cucina Pop, fatta di menù a prezzi popolari con l’impiego di materie prime povere: “Vorrei trasmettere la mia esperienza ai giovani. Hanno sempre qualcosa da insegnarmi e vorrei restituire un po’ della fiducia che ripongo in loro”
L’esperto economista, autore de "Il Grande Scollamento", ha fatto il punto sugli equilibri geopolitici in atto nel mondo. “L’attentato di Mosca potrebbe giustificare un’accelerazione nell’operazione in Ucraina”. Terrorismo che per Magnani “andrebbe affrontato in maniera globale dalle grandi potenze”. Inevitabile un passaggio su elezioni americane e europee: “Trump non va sottovalutato. Biden ha proseguito il protezionismo avviato dal predecessore”. In Europa “il problema resta l’assenza di una leadership forte”
Per le imprese oggi la digitalizzazione “fa ancora paura per il costo”, ma senza “non avremmo chance nella competizione con India e paesi esteri”, ammette Scutigliani (Metalcastello). Il percorso di trasformazione digitale deve partire, secondo Valgimigli (Quin), “da una cambio di paradigma delle persone e da una revisione dei processi”. Per Businaro (Novation Tech) e Conterno (Nice Footwear), il digitale serve per “sapere in anticipo cosa chiedono i clienti” e “ridurre i tempi per essere più competitivi”
Si parla tanto oggi di intelligenza artificiale: si applica alla risoluzione di diversi problemi, anche dei problemi aziendali, come all’organizzazione del lavoro con effetti positivi non trascurabili.
Se è vero che l’intelligenza artificiale (AI) ci risolve alcuni problemi in modo brillante...
Nel corso dell’evento “I fattori determinanti per la crescita” gli imprenditori si sono confrontati su cosa serva alle aziende per compiere il salto dimensionale. Dalla Rosa (Armes): "Senza persone non si costruisce nulla". Nocivelli (Epta): "Sono fondamentali le acquisizioni". Lanza di Fae Technology evidenzia invece l’importanza dell'apertura in Borsa: “La volontà di tenere chiuso il capitale è il maggior limite alla crescita delle imprese. Ma avere investitori crea una challenge virtuosa”
Sale il numero degli anziani e l’Italia non si sta preparando a sufficienza. Il rischio è un sistema previdenziale non più sostenibile. La proposte dell’ex ministro del lavoro, protagonista sabato sera al Festival: “Crescita economica, occupazione e un Welfare che guardi all'intero ciclo di vita delle persone, non solo al momento della pensione”
Con Internet e i social media le aziende lungo la filiera hanno trovato modo di distinguersi sul mercato, valorizzando la componente di cui si occupano agli occhi di chi compra il prodotto finale. Oggi si parla di “storie complesse che riflettono i valori e la visione di un'azienda”, spiega Vincenzo Carlone. Un’occasione anche per le Pmi “purchè ci sia un’attenta pianificazione con il coinvolgimento di professionalità ad hoc”
Presenza capillare nelle fiere e negli eventi B2B, analisi di mercato, gestione dei dati, materiali promozionali e raccolta dei feedback dei clienti. Sono questi gli ingredienti del marketing dell’azienda bergamasca che sviluppa e produce in conto terzi prodotti destinati all’industria nutraceutica, farmaceutica e cosmetica
Il senior vice president di Pirelli per la cultura e presidente di Museimpresa e Fondazione Assolombarda, sottolinea che le imprese italiane sono “eccellenti nel saper fare, ma devono migliorare nel raccontare”. Una narrazione che però “non deve essere propaganda aziendale, ma una rappresentazione autentica che include successi e fallimenti”. I libri sulle aziende devono contribuire a consolidare l'identità aziendale, condividere pratiche efficaci e coinvolgere i dipendenti
Pietro Fiorentini, Zordan, Manteco, Lem. Non sono brand ma fornitori strategici dei grandi marchi internazionali. E da anni hanno sviluppato sofisticate strategie di marketing e costruito interi reparti dedicati. Obiettivo: rispondere al meglio alle esigenze dei loro clienti ed entrare da protagonisti nelle catene del valore. Imprese che rappresentano la punta dell'iceberg di un fenomeno che sta cambiando i cosiddetti terzisti. Sulla scia di un caso diventato di scuola come Brembo
L’evento di presentazione della ricerca in Sala Borsa sarà solo l’antipasto del tour che toccherà Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Triveneto, Toscana e Marche. Al centro di ogni tappa gli imprenditori che guidano queste aziende “campioni di crescita” e che sul palco racconteranno le proprie storie di successo, ma anche le sfide affrontate negli anni scorsi e quelle attese per il 2024. Tra i nomi già confermati nell’evento di Parma anche Davide Bollati (Davines), Nicoletta Azzi (Panguaneta) e Alberto Figna (Compagnia Generale Molini Agugiaro e Figna)
Spesso, quando vogliamo avere o comperare qualcosa, la chiamiamo con il marchio commerciale: ad esempio, chiediamo al bar un “caffè Hag” per chiedere un caffè decaffeinato. Talvolta accade invece che due espressioni usate in modo generico, come “bottega” e “veneta”, una volta fuse in...
Verranno svelati lunedì 11 marzo a Palazzo Mezzanotte i protagonisti della nuova ricerca sulle 1.000 Champions di ItalyPost e L’Economia del Corriere. Imprese cresciute nel ‘22 del 19,5% in fatturato e del 16,7% nella marginalità. Le emiliane spiccano per dimensione e tasso di crescita annua, ma le venete dopo il Covid tornano a crescere in maniera significativa. In termini di numeri assoluti è la Lombardia a trainare. Ecco tutti i dati delle regioni del nuovo triangolo industriale
Sebbene già nel 2023 la crescita del Pil italiano sia stata nell’ordine dello ‘zero virgola’, e per il 2024 la previsione sia la stessa, le imprese Champions riusciranno a portare a casa quasi un +6% nell’anno in corso. Dal sondaggio del Centro Studi di ItalyPost su un campione delle 1.000 migliori imprese italiane emerge anche che la marginalità segnerà un +6,2% medio e l’utile netto un +5,8%
Il 2023 è stato ancora un anno di profondi e repentini cambiamenti. Ha segnato un rallentamento rispetto agli anni precedenti, che però portavano con sé una crescita eccezionale. Ma le Champions si preparano ad una nuova fase di consolidamento e spinta. Grazie a delle loro caratteristiche determinanti: l’essere finanziariamente solide, particolarmente flessibili, il saper coinvolgere e valorizzare le loro risorse umane e guardare ai mercati con ottiche di medio-lungo termine
“C’è poca filiera corta” in un settore che sulla sostenibilità sta puntando molto ma ancora con grandi margini di miglioramento. Lo si legge nell’ultimo libro di Luca Romano in uscita per Post Editori, “Il Design della sostenibilità”. La filiera italiana del Legno Arredo è “incompleta e dipendente dall’estero”: importa infatti l’80% del legno che utilizza, pur essendo il nostro sistema forestale in crescita vertiginosa. Ecco i dati e il perché è un tema di competitività irrinunciabile per le nostre imprese
In principio fu la Brianza, poi la supremazia nel settore è passata al Nord Est. La storia della nascita del distretto di Brugnera, raccontata da un imprenditore che ne è stato protagonista, Pier Giorgio Presotto (oggi presidente di Arblu). E poi il passaggio dalla centralità del mobile comunemente inteso all’arredo bagno, con il cambiamento di approccio dei consumatori. La parabola dagli anni ‘50 ad oggi
Secondo il presidente trevigiano dell’associazione di categoria e di Arper, la transizione ecologica deve coinvolgere uniformemente le filiere: “Solo così resteremo competitivi nel mondo”. Sulla sua impresa spiega: “Abbiamo assunto un manager ex Ikea per imparare ad essere green”. Sul Salone e le critiche mosse da alcuni imprenditori sui costi esorbitanti: “Resta l’evento del design che tutto il mondo ci invidia. Qualsiasi fiera costa il successo che ha”. Pubblichiamo l’intervista contenuta nel libro “Il design della sostenibilità”
Stando al preconsuntivo del Centro Studi FederlegnoArredo nei dodici mesi scorsi il settore ha lasciato sul terreno otto punti percentuali rispetto al ’22. Perde più del 10% il mercato interno, ma “è un calo fisiologico” per il presidente Claudio Feltrin, che ribadisce: “Nessun allarme, veniamo da anni eccezionali”. Quello estero (che però vale un terzo del totale) si limita a segnare un -4,5%. Sul confronto con il ’19, che vede ‘in vantaggio’ il ’23 per 10 mld, “pesa però l’inflazione”. Il ’24? “Troppo presto per fare previsioni, ma quale segnale positivo c’è: speriamo di poter chiudere sugli stessi livelli dell’anno scorso”
La realizzazione di travi in cemento è un’arte e anche una sfida nel senso della sicurezza assoluta che queste travi in opera devono dare.
Il recente tristissimo disastro di Firenze ci ricorda quanto sia importante ed essenziale ogni dettaglio costruttivo, a partire dalla materia prima, il cem...
Il lamento dei piccoli operatori privilegiati dalla mancata riforma che ha bloccato per anni l’iter di messa a gara del ‘tesoro’ costituito dalle concessioni balneari è bocciato dai fatti. “Spiaggie in mano ai grandi gruppi stranieri” hanno affermato, eppure l’esempio di Jesolo dimostra come a vincere le gare siano invece gruppi industriali italiani strutturati. Ma c’è chi invece fa bandi per lotti così piccoli che la concorrenza non si crea nemmeno, oltre alla miriade di Comuni che adduce “oggettive ragioni” per rinviare di nuovo tutto al ‘25
Gare? “Giustissime, ma fra un anno. Le mareggiate non consentivano di agire prima”, spiega l’assessore al patrimonio e al demanio Sebastiano Callari. E sul “diritto di prelazione” per gli attuali concessionari precisa: “Li tutela, ma li obbliga anche ad adeguarsi all’offerta più alta”. L’arrivo di grandi gruppi come in Veneto “dipende dall’ampiezza delle spiagge che vanno a gara”. In Fvg i lotti “saranno da valutare, a volte la frammentazione è l’opzione migliore”
Per l’assessore regionale al Turismo i Comuni che, dopo Rimini, hanno prorogato le concessioni balneari al 31 dicembre del 2024 hanno fatto l’unica cosa giusta possibile, “in mancanza di un decreto attuativo del Governo che esponga le regole con cui andare a gara”. La priorità ora è “preservare le oltre 1.500 imprese a carattere famigliare che operano in questo settore”. La soluzione che caldeggia Corsini è quella della proposta in tre punti presentata già al governo Conte II: “Andare a gara riconoscendo il valore aziendale, fissando il canone concessionario e limitando il numero di partecipazioni alle evidenze pubbliche per ogni soggetto”. Il Veneto? “È strano che sia l’unica Regione con una propria legge in materia”
Originariamente regolate dal Codice della navigazione del 1942, le concessioni balneari sono state oggetto di complesse evoluzioni normative ed europee. La legge italiana 88/2001 aveva introdotto il "rinnovo automatico" delle concessioni, abrogato nel 2010 dal governo Berlusconi per allinearsi alle direttive europee che obbligavano l’assegnazione delle spiagge tramite gare pubbliche. Dopo diverse proroghe delle concessioni vigenti, il Consiglio di Stato, nel 2021, ha annullato il prolungamento al 2033, imponendo le procedure ad evidenza pubblica entro il 2023. Tuttavia, il governo Meloni ha introdotto un nuovo rinvio al 2024, a cui l’Ue ha risposto avviando una procedura di infrazione
Secondo l’analisi del presidente di Confcommercio Emilia-Romagna, Enrico Postacchini, i centri storici perdono più esercizi commerciali della periferia a causa “dell’incursione dei grandi gruppi internazionali”. Fenomeno che ha “alzato l’asticella delle locazioni commerciali a sfavore delle piccole attività”. Il calo è compensato in parte “dai nuovi flussi turistici da cui le periferie sono escluse”. Tra i motivi di sofferenza per il settore anche la “concorrenza del mercato online, degli spacci aziendali della manifattura e dell’agricoltura che seguono regole diverse dalle attività commerciali”
Secondo l’ultimo rapporto di Confcommercio tra 2012 e 2013 il mondo della ristorazione è tra i pochi ad essere in attivo per numero di imprese (+2,3%), grazie all’aumento dei ristoranti che ha compensato l’arretramento dei bar. “I consumi e la domanda sono costantemente in aumento e lo saranno anche nei prossimi anni”, spiega Luciano Sbraga, vice-direttore della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi. “Resta sempre molto elevato il turnover”, con un’impresa su due che chiude i battenti entro i 5 anni dall’apertura. Sul segno ‘più’ dei ristoranti “incidono anche “attività take-away, pasticcerie e la nascita di catene di gelaterie”
Secondo i dati del registro delle imprese del capoluogo lombardo, dal 2018 al 2023 il totale delle imprese attive è passato da 18.981 a 17.617. Tra le ragioni, il cambiamento nello stile di vita dei consumatori, che preferiscono l'e-commerce, e l’aumento dei costi che a Milano è più alto che altrove (per il personale +25% rispetto ad altre città). Presentato ieri, durante la giornata conclusiva del Forum dell'economia urbana organizzato dal Comune, un piano triennale con l'obiettivo di riportare le attività nelle aree dove c'è un'alta desertificazione commerciale. 8 le linee di intervento: dati e informazioni, negozi e botteghe, vetrine su strada, attività storiche e mercati, alleanza di quartiere, economia civile, luoghi di incontro, spazi a basso costi
Sembra un'idea dissacrante, eppure offre qualche spunto di riflessione. È partita da Schio, nel vicentino, dove opera Fas International. Le radici sono della fine anni '60 con Antonio Adriani e con i distributori automatici, per poi proseguire nel segno dell’innovazione (su cui l’azienda investe ogni anno tra il 3 e il 4% dei propri ricavi). Fino a oggi, quando a guidare Fas ci sono i figli Luca e Mariangela, entrambi ad. E quando le vendig machine a marchio Fas vanno ben oltre alla distribuzione di snack e bevande, puntando a realizzare un e-commerce di prossimità in cui i distributori diventano delle ‘vetrine’ anche per i piccoli negozi di quartiere e per i loro prodotti, prenotabili online e ritirabili in collect point automatici
Segnano un +12,4% fra il 2012 e il 2023, secondo un’analisi di Confcommercio. A crescere di più solo i Bnb, i ristoranti e negozi di computer-telefonia. Tutte le altre attività sono in negativo, e nel periodo portano ad un complessivo -20,2%. Una proiezione di Confesercenti parla di un numero di aperture che nel 2030 saranno la metà di quelle di oggi (11.000 vs 20.000). La segretaria Filcams Cgil Veneto: “Le farmacie rubano spazio alle profumerie. E dal Covid hanno fatto boom anche con le prestazioni mediche”. Come aiutare il commercio al dettaglio? “Ad esempio imponendo la chiusura domenicale per legge”
Confindustria Alto Adriatico e l’agenzia per il lavoro di Brugnaro trovano la soluzione per rimediare alle tante ipocrisie della politica italiana. Di fronte alla mancanza ormai epidemica di lavoratori, l’associazione di categoria li forma direttamente in Ghana, e poi li fa arrivare grazie a contratti di lavoro già stipulati. Agrusti: “Altre Confindustrie faranno come noi”
È noto a tutti che tanti prodotti italiani sono vincenti a livello mondiale per l’unicità del loro design. Soprattutto i prodotti di largo consumo come ad esempio una sedia, un tavolo, un elettrodomestico riescono ad essere esportati in tutto il mondo perché il disegno di questi oggetti affasci...
Accanto a chi punta a sopperire alla carenza di lavoratori in Italia attraendo manodopera dall’Africa, la bergamasca Carvico e la Fondazione E4Impact, nata su iniziativa dell’Università Cattolica di Milano, investono per creare una cultura imprenditoriale e industriale in loco. L’azienda dei tessuti tecnici elasticizzati è presente in Etiopia già dal 2017 con un impianto produttivo da 400 dipendenti, a cui fornisce training interni per elevarne le competenze. Dal 2022 ha anche aderito alla Fondazione presieduta da Letizia Moratti che dal 2010 ha formato 40mila lavoratori in 20 Paesi
L’assessore veneto allo Sviluppo Economico Roberto Marcato si dice “favorevole a eliminare le barriere per i lavoratori non comunitari, soprattutto specializzati e qualificati: possono risolvere la carenza di manodopera”. E plaude all’iniziativa di Confindustria Alto Adriatico: “Formare le risorse straniere nel loro Paese e poi portarle qui rappresenta un modello innovativo e potenzialmente efficace”. Aggiungendo però: "La vera integrazione passa attraverso il lavoro, la casa e la scuola: altrimenti stiamo parlando di finta accoglienza"
La Regione ha aderito al progetto Thamm, finanziato dall’Ue con 8,6 mln destinati ad attività di formazione in Tunisia e Marocco col fine di portare nuovi lavoratori qualificati alle imprese nazionali. In partenza da gennaio 2024, il programma porterà nel distretto della meccatronica emiliana 500 dipendenti qualificati in tre anni. L’assessore Colla: “È giunto il momento di affrontare l’inverno demografico della nostra regione guardando fuori dai nostri confini e cercando di attrarre giovani lavoratori anche dal continente africano”
Su questo specifico settore i grandi marchi del lusso non hanno ancora messo le mani (se non in casi eccezionali). Il perché è che "c'è molta offerta", spiega il ceo della toscana Lem. Ma le cose potrebbero cambiare “a causa delle aggregazioni che stanno operando i fondi. Dal 2018 ad oggi hanno fatto sparire 25 aziende dal mercato”. Se andasse avanti così, “anche i brand inizierebbero a fare le loro valutazioni”
"Non c'è da preoccuparsi", secondo il professore alla Ca’ Foscari Stefano Micelli, per le acquisizioni dei francesi delle nostre aziende produttive. “È loro interesse tutelare la qualità e il senso dei mestieri d’arte”. La partita vera si gioca “sull’interessare i (pochi) giovani che abbiamo a queste professioni e sull’innovare". Mentre i marchi italiani del lusso “sono meno competitivi perché piccoli e privi di una struttura ‘a portafoglio’”
Fondata nel 1962 a Cornedo Vicentino, l’azienda specializzata nel tessile produce esclusivamente in Italia. Alla guida la seconda generazione della famiglia Riccardo Peruffo. I risultati finanziari mostrano una crescita costante, nel 2022 i ricavi erano pari a 87,7 mln (+26%), con un Ebitda pari a 18 mln (+13%), e l’Ebit pari a 11,3 (+10%). Dopo 1100 corner multibrand nel mondo e i circa 60 store monomarca, la strategia di espansione comprende l'apertura di un negozio a Madison Avenue e l'esplorazione di nuovi mercati nel Medio Oriente
Che i grandi gruppi francesi potessero vantare un’impressionante collezione di brand lo sapevamo. È più recente, ma altrettanto maturo, l’interesse per le aziende della filiera, con impatti per l’artigianato italiano tutti da capire. L’ultima operazione è di Lvmh, che ha acquisito nel vicentino un’azienda che si occupa di lavorazione dei metalli, ma c'è anche Chanel. E a dire il vero pure i marchi italiani si muovono in questo senso. La premessa sembra comune: salvaguardare l'artigianalità. Mentre qualcuno si preoccupa per una "espropriazione del nostro know how"
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