Quindici voti contrari sanciscono ufficialmente la bocciatura della proposta sul terzo mandato formulata dalla Lega. Tajani: “Non cambia nulla per il centrodestra, rimaniamo coesi”. Quadro spezzettato alla Conferenza delle Regioni di oggi. Il governatore toscano è pronto a firmare il decreto per indire le elezioni “il 12 o 19 ottobre”, quello campano chiede invece un “breve rinvio”. Fedriga: “Mi farò portavoce col Governo. Non possiamo permettere che le regioni al voto vadano in bilancio provvisorio”
Mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è all’Aja per il vertice della Nato, il suo braccio destro chiude la partita sull’aumento del numero dei mandati per i presidenti di Regione: “Se Forza Italia e Lega si mettono d’accordo possiamo parlarne. Altrimenti non possiamo votare l’emendamento al ddl”. E Salvini, sul voto atteso per domani: “Ognuno farà come crede”
Alla fine, il Carroccio ha presentato il tanto agognato emendamento al ddl sui consiglieri regionali che tenterebbe in extremis di portare a tre i mandati per i presidenti delle Regioni a statuto ordinario. Resta il nodo Forza Italia, che anche oggi ha ribadito la sua contrarietà. Il governatore veneto Luca Zaia ostenta: “Non sto seguendo la partita”. Mentre Paolo Tosato, firmatario dell’emendamento, ha dichiarato: “Se il governo darà parere contrario, lo ritireremo”
Il tira e molla interno alla maggioranza pare essere giunto al punto di rottura. Dopo che Fdi, per bocca del proprio capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami, ha respinto l’ipotesi di uno scambio terzo mandato-ius scholae, è arrivata la chiusura da parte del presidente dei deputati di Forza Italia, Paolo Barelli: “Per noi oggi finisce la discussione”. Laconica risposta della Lega: “Prendiamo atto con rammarico. Ora i candidati”
Il vicepremier ribadisce il secco no di Forza Italia al terzo mandato per i presidenti di Regione. Nei giorni scorsi si era parlato di un baratto: la Lega manterrebbe Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino e in cambio a Fi andrebbero Venezia, Milano e Verona. Tajani ora sposta la partita: “Se devo accettare una cosa che non è nel programma, allora gli alleati devono accettare una cosa che noi proponiamo e non è nel programma”. Intanto Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento in capo a Fdi, suona la sveglia e rovescia sulla Lega le responsabilità: “Occorre presenti qualcosa, il tempo sta per scadere”
La Lega strappa una proroga di una settimana per la presentazione degli emendamenti al ddl attraverso cui la maggioranza potrebbe veicolare il terzo mandato dei governatori. Per il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato di Fdi, Alberto Balboni, i leader del centrodestra “dovrebbero incontrarsi al rientro di Meloni dal G7”. Ma Fi e Noi moderati ribadiscono il no. Tajani: “La Lega presenti gli emendamenti che vuole: non li votiamo”. Lupi: “Due mandati sono più che sufficienti”
Il dietrofront arrivato ieri per bocca del responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, sul niet al terzo mandato ha riattizzato l’ottimismo in casa Lega. Per il leader del Carroccio “la scelta va però presa in fretta: fissiamo una data per decidere i candidati, io sono pronto. E intanto dalla Campania, il non disinteressato governatore Pd Vincenzo De Luca sottolinea: “Una prova di intelligenza politica di Meloni, la vicenda rischiava di lacerare il centrodestra”
Mentre il ministro dell’Interno Piantedosi parla di “ampia disponibilità di tutti a separare la questione tecnico-giuridica rispetto a una sua valutazione politica” e il presidente del Senato La Russa interviene a ricomporre gli screzi (“non sono contrario in assoluto”), Fi chiude le porte: “Il limite a due mandati è necessario”. Più laconico il leader della Lega, Matteo Salvini: “Le mie giornate sono piene di altro”
Bonaccini ribadisce la sua posizione, focalizzandosi ora sul sostegno alla candidata sarda. Fontana si dichiara "disponibile", ma con la necessità di "valutare la situazione fra tre anni". Mentre Fedriga sottolinea l'importanza del "coinvolgimento delle Regioni nella decisione", Salvini evidenzia le "opinioni nel Pd e che la decisione spetta al Parlamento". Schlein affronta invece le critiche sulla riforma degli enti locali
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