Il rapporto fra uomo e acqua è millenario, fatto di idee, progetti e innovazioni, oggi reso ben più complesso dalla crisi climatica. Il nostro “oro blu” è sempre più raro e mai come in questo momento storico questo soprannome sembra calzargli a pennello: precipitazioni sempre meno frequenti, fiumi in secca e falde sotterranee svuotate rendono l’acqua un bene estremamente scarso e dunque prezioso. A subirne le conseguenze è in primis l’agricoltura, ma con essa anche quei settori che dell’acqua fanno un ingente utilizzo: dal comparto estrattivo al tessile, fino al farmaceutico, alla produzione di vetro o carta; e poi, ovviamente, i privati cittadini. Insomma, siamo al punto in cui “chiudere il rubinetto per non sprecare l’acqua” non basta più e occorre un impegno “di sistema” per gestire l’emergenza.
“Lo Stato moderno ha esercitato la sua sovranità creando sul territorio una serie di infrastrutture che hanno fatto scomparire questa relazione diretta fra l’uomo e l’acqua”, dice Giulio Boccaletti, autore di “Acqua, una biografia” e chief strategy officer di The Nature Conservancy. “L’acqua è diventata un problema tecnico e ce ne siamo dimenticati”. Uno stimolo per recuperare e rinsaldare questa relazione lo darà proprio Boccaletti in occasione del Festival della Green Economy a Parma, anticipando l’apertura della manifestazione giovedì 4 maggio alle 21, alla presenza del sindaco di Parma, Michele Guerra. Lo farà ripercorrendo la sua opera, guidando il pubblico alla scoperta di come la distribuzione di questa risorsa naturale abbia plasmato la civiltà umana, accompagnato lo sviluppo economico e caratterizzato la politica delle nazioni.
A dare un contributo per immaginare gli scenari futuri sul tema, sarà anche l’esperto Jan Olof Lundqvist, senior researcher Stockholm International Water Institute, fondazione focalizzata sulla water governance, diplomazia e cooperazione sulle risorse idriche condivise. Interverrà venerdì 5 maggio alle 21 in un evento dal titolo “La tempesta perfetta: cambiamento climatico, cibo e 8 miliardi di consumatori”. “Dobbiamo tutti abituarci alla nuova normalità nel ciclo dell’acqua, ad un aumento delle piogge torrenziali e delle siccità” spiega Lundqvist. E per ripartire, se “l’approccio tradizionale era aumentare lo sfruttamento delle falde o deviare il corso dei fiumi, con tecniche sempre più costose, pure a livello ambientale”, dice lo scienziato, “ora si discute su come ridurre la domanda, anche attraverso incentivi economici, per un utilizzo più efficiente della risorsa”.
Sabato 6 maggio, infine, appuntamento al panel “Acqua: la rivoluzione necessaria” con Alessandro Bratti, segretario generale Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, Giuseppe Castaman, presidente Medio Chiampo, presidente Viacqua e Luigi Culpo, direttore Medio Chiampo. Qui il link per l’iscrizione agli eventi.