Da oltre 100 anni, l’azienda romagnola recupera gli scarti dell’industria alimentare e ne fa imbottiture per abbigliamento, divani e cuscini. Con un fatturato più che quadruplicato tra ‘17 e ‘24 (da 12,5 a 50 mln), affronta la concorrenza asiatica e la sfida delle alternative sintetiche puntando su tradizione e qualità. E non trascura la sostenibilità: “Già ricicliamo la piuma post-consumo, ma puntiamo a una totale circolarità delle imbottiture”
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