L’economia rallenta ma il tema della manodopera resta tra i più scottanti per le aziende. Nonostante la produzione industriale sia in calo da oltre due anni in Italia, secondo il sondaggio condotto da Quaeris per ItalyPost, la maggior parte delle imprese Best Performer delle aree più industrializzate del paese ha difficoltà a trovare manodopera da assumere. Tra gli intervistati, il 72,6 per cento dichiara di avere problemi nel reperire manodopera, mentre il 22,6 per cento non riesce proprio a trovarla. Al contrario, il 4,8 per cento non ha problemi a reperirla.
Questi i dati che emergono dalla ricerca sul sentiment delle aziende italiane rispetto allo scenario economico. In previsione del tour delle 20.000 Best Performer, che vedrà come protagoniste le migliori realtà imprenditoriali provenienti dalle sei regioni e 14 provincie più industrializzate del Paese, ItalyPost e Quaeris hanno deciso di esplorare le opinioni delle aziende su diversi temi, tra cui il reperimento della manodopera, attraverso un sondaggio somministrato a un campione delle 20.000 Best Performer.
Questi dati sono superiori alle rilevazioni di Unioncamere, che ad agosto stimava che le imprese con difficoltà di reperimento fossero il 46 per cento. La peculiarità del sondaggio di Quaeris ha quindi a che fare col campione. In questo caso, sono state selezionate le aziende manifatturiere e wholesale, che costituiscono il 55,2 per cento del totale degli intervistati. L’analisi dei dati disegna un quadro preoccupante e in peggioramento rispetto al 2024. Emerge infatti un chiaro aumento delle aziende che fanno difficoltà a reperire manodopera (+10,3 per cento), mentre scende il numero di quelle che dichiarano di non avere problemi in questo senso (-6,4 per cento).
Il sondaggio ha anche chiesto alle aziende quali strategie usino per affrontare le sfide nel reperimento della manodopera, constatando che le misure più popolari siano le partnership accademiche (23,3 per cento), il welfare aziendale (20,4 per cento) e l’aumento dei salari (17,5 per cento). Solo l’8,7 per cento degli intervistati ha dichiarato di non adottare alcuna misura per ovviare al problema.
Un dato interessante su questo fronte emerge dalle risposte riguardanti le agevolazioni abitative. La carenza di manodopera ha, ovviamente, molteplici cause, una delle quali è la difficoltà dei lavoratori a spostarsi e a trovare un alloggio a prezzi accessibili. Secondo un rapporto di Confindustria del 2024, esiste un disallineamento molto marcato tra i costi degli affitti e la produttività nelle maggiori città italiane, cosa che pone un freno alla mobilità dei lavoratori e genera una mancanza di manodopera in alcune zone del Paese.
Secondo il sondaggio sulle Best Performer, sono poche le imprese che provano a ovviare direttamente a questo problema. Solo il 16,8 per cento degli intervistati, infatti, dichiara di stare già attuando forme di sostegno al reperimento delle abitazioni. Tra queste, le forme di sostegno più popolari sono affitti agevolati su immobili di proprietà (38,9 per cento), costruzione o ristrutturazione di immobili da mettere a disposizione (33,3 per cento) e l’erogazione di un contributo per il pagamento dei canoni (27,8 per cento). La stragrande maggioranza delle aziende (69,2 per cento), invece, non ha sperimentato questo tipo di agevolazioni per i propri dipendenti e collaboratori – e non programma di farlo – mentre il 14 per cento sta valutando l’introduzione di forme di sostegno.
In concomitanza con le 20 tappe, verranno pubblicati i dossier a cura di Post Editori, disponibili per l’acquisto sul sito. Questi documenti offriranno un’analisi dettagliata delle performance e delle strategie delle aziende partecipanti, fornendo un prezioso strumento di riferimento per imprenditori, manager e analisti del settore. Inoltre, per partecipare agli eventi del Tour, è possibile registrarsi sul sito di Post Imprese, dove vengono anche pubblicati i programmi aggiornati.
Nei prossimi giorni pubblicheremo altri dati del sondaggio, relativi alla diffusione delle polizze catastrofali e il loro ruolo nella gestione del rischio; le posizioni delle imprese sul Ponte di Messina, sia in termini di coinvolgimento nella filiera sia di priorità infrastrutturali; e, infine, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, le aree applicative e l’impatto atteso sulla competitività.