Il Ponte sullo Stretto rimane un’opera controversa anche per le imprese. Secondo il sondaggio condotto da Quaeris per ItalyPost, le imprese Best Performer delle aree più industrializzate del paese sono molto divise sull’utilità di quest’infrastruttura, i cui lavori dovrebbero cominciare entro fine anno. Nonostante il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, abbia approvato la costruzione del ponte, definendolo «una leva strategica per l’industria, la logistica e l’occupazione», le aziende Best Performer si dividono quasi perfettamente a metà tra chi gli dà ragione (50,7 per cento) e chi è in disaccordo (49,3 per cento).
Questi i dati che emergono dalla ricerca sul sentiment delle aziende italiane rispetto allo scenario economico. In previsione del tour delle 20.000 Best Performer, che vedrà come protagoniste le migliori realtà imprenditoriali provenienti dalle sei regioni e 14 provincie più industrializzate del Paese, ItalyPost e Quaeris hanno deciso di esplorare le opinioni delle aziende su diversi temi, tra cui il ponte sullo Stretto di Messina, attraverso un sondaggio somministrato a un campione delle 20.000 Best Performer.
La spaccatura non è nulla di nuovo. Del Ponte sullo Stretto si parla da decenni e molti lamentano il fatto che, una volta costruito, potrebbe restare una ‘cattedrale nel deserto’. Il rischio è infatti che le infrastrutture collegate – come autostrade e ferrovie – non siano adeguate a sopportare l’aumento di traffico, cosa che limiterebbe i benefici di questa mega opera. Lo stesso Luigi Rizzolo, Presidente di Sicindustria, si è espresso così sulla questione: «È fondamentale che alla realizzazione del ponte si accompagnino investimenti certi e puntuali in tutte le infrastrutture complementari, dall’alta velocità ferroviaria ai collegamenti viari, alle opere compensative per i territori interessati».
La speranza espressa da diversi esponenti del mondo delle imprese e della politica è infatti che la costruzione del Ponte porti con sé ulteriori investimenti, che andrebbero a migliorare il tessuto stradale e ferroviario circostante. Lo stesso sindaco di Messina, Federico Basile, aveva definito l’opera un «volano di sviluppo per il Sud», che potrebbe avere un impatto positivo sia sui trasporti che sull’occupazione.
Secondo il progetto pubblicato sul sito della Società Stretto di Messina, il sistema di collegamento che dovrebbe sorgere intorno al Ponte comprenderà 20,3 km di nuove strade e 20,2 km di linea ferroviaria, con un costo complessivo di 500 milioni di euro. Questi si andrebbero ad aggiungere ai 13,5 miliardi per il Ponte stesso, di cui 9,24 per la costruzione dell’infrastruttura, e i restanti ripartiti in costi della sicurezza, servizi di ingegneria e attività di monitoraggio, opere e misure compensative dell’impatto territoriale e sociale, attività specializzata di direzione lavori, monitoraggio ambientale, bonifica delle aree da materiali inquinanti, dispositivi per ispezioni antisabotaggio, attività di sorveglianza, indagini archeologiche e oneri per il protocollo di legalità.
Una sfilza di note di spesa che, ovviamente, mobiliterà diverse aziende, soprattutto nella fornitura di materiali. Secondo il sondaggio Quaeris, il 7,5 per cento delle Best Performer ritiene di essere potenzialmente coinvolto nella filiera. Le imprese hanno infatti l’opportunità di iscriversi all’albo dei fornitori della Società Stretto di Messina, il cui bando – attualmente senza scadenza – è stato aperto il primo agosto di quest’anno. Escludendo questa parte del campione, i dati sulla popolarità del progetto cambiano in maniera leggera ma significativa. Tra le imprese non coinvolte, infatti, è il 56,5 per cento a disapprovare la linea di Confindustria, mentre il restante 43,5 per cento si dice favorevole.
Tra coloro che osteggiano il progetto del Governo, le idee sembrano abbastanza chiare: secondo 8 imprese su 10 (82,1 per cento) i 13,5 miliardi di euro programmati per il Ponte sarebbero meglio spesi altrove, magari sulla costruzione di altre infrastrutture. L’altro 17,9 per cento, invece, ritiene che un progetto così grande è a rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, che potrebbe trarne vantaggio. Dall’altra parte, tra il 43,5 per cento dei favorevoli alla costruzione del Ponte, il 71,9 per cento ritiene che l’infrastruttura, come ogni altra, porterà sviluppo, con il 28,1 per cento che menziona direttamente il rilancio del Sud come possibile spinta per il Paese più in generale.
Nei prossimi giorni pubblicheremo altri dati del sondaggio, relativi alle posizioni delle imprese sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, alle aree applicative e all’impatto atteso sulla competitività.
In concomitanza con le 20 tappe, inoltre, verranno pubblicati i dossier a cura di Post Editori, disponibili per l’acquisto sul sito. Questi documenti offriranno un’analisi dettagliata delle performance e delle strategie delle aziende partecipanti, fornendo un prezioso strumento di riferimento per imprenditori, manager e analisti del settore. Inoltre, per partecipare agli eventi del Tour, è possibile registrarsi sul sito di Post Imprese, dove vengono anche pubblicati i programmi aggiornati.