Immaginate di essere al volante di un’auto durante un viaggio, quando improvvisamente il motore inizia a fare rumori strani. Ogni chilometro diventa più incerto e, per arrivare a destinazione, potrebbe essere necessario fermarsi per risolvere il problema o cambiare percorso. La logistica aziendale è simile: fino a poco tempo fa era vista come una funzione che doveva semplicemente funzionare senza intoppi. Negli ultimi anni, però, è diventata una funzione strategica, fondamentale per garantire che le operazioni aziendali si svolgano senza problemi, adattandosi rapidamente agli imprevisti.
In un contesto sempre più segnato da interruzioni nelle catene di approvvigionamento, la capacità di gestire efficacemente queste criticità diventa cruciale per le aziende che cercano di mantenere la continuità operativa anche nei momenti di incertezza. La logistica, che fino a poco tempo fa veniva ottimizzata principalmente in funzione della riduzione dei costi, oggi ha assunto un ruolo ben più importante: quello di fungere da cuscinetto contro le ondate di volatilità e le incertezze che attraversano i mercati a intervalli sempre più ravvicinati.
Sarà proprio questo il tema del nuovo numero del settimanale OperationsManager, che sarà disponibile sul sito operationsmanager.it a partire dal primo pomeriggio di domani, venerdì 26 settembre. L’inserto dedicato al mondo dei processi e dei loro architetti nelle fabbriche, edito da ItalyPost in collaborazione con auxiell e AzzurroDigitale, vedrà intervistate tre realtà (e tre dei loro protagonisti): Bofrost, Flamma e Fomet.
Negli ultimi cinque anni, le crisi globali, dalla pandemia ai conflitti geopolitici, hanno messo in evidenza quanto le catene logistiche possano essere vulnerabili a disallineamenti improvvisi e difficili da prevedere. Le ripercussioni di queste emergenze continuano a risuonare nel contesto attuale, in cui le aziende devono fare i conti con incertezze che derivano sia da eventi globali che da criticità locali che impattano direttamente sulla supply chain. In questo scenario, la logistica non deve più essere vista come un semplice braccio operativo, ma come un attore che deve pianificare, adattarsi con agilità e, se possibile, anticipare i cambiamenti.
I direttori delle operations si trovano quindi a doversi porre una domanda fondamentale: come prepararsi per gestire scenari così incerti? La risposta non è semplice, ma parte sicuramente dall’analisi delle dinamiche che influenzano le catene logistiche. Se un tempo l’efficienza era sinonimo di rapidità e riduzione dei costi, oggi l’approccio è più articolato: la velocità non è sempre la soluzione ideale e, in alcuni casi, può addirittura risultare controproducente. La chiave di volta, infatti, risiede nella resilienza della catena, ovvero nella sua capacità di adattarsi e continuare a operare anche in condizioni di grande instabilità.
Per raggiungere questo obiettivo, una delle pratiche più adottate dai responsabili delle operations è l’analisi di scenario, che prevede la costruzione di modelli in grado di simulare vari sviluppi futuri, permettendo alle aziende di prepararsi a una molteplicità di possibilità, dalle più ottimistiche alle più problematiche. In questo modo, rallentamenti nei tempi di approvvigionamento, malfunzionamenti e interruzioni logistiche vengono integrati in scenari e piani alternativi. Non si tratta di aspettarsi il fallimento dei processi, ma di prepararsi all’eventualità che qualcosa possa andare storto.
Un esempio significativo arriva dal settore automotive, dove il tempo è letteralmente denaro, i processi sono serrati e i ritardi nelle forniture si riflettono immediatamente sui costi e sulla capacità di produrre senza interruzioni. Le imprese che riforniscono i giganti dell’automotive devono rispettare tempistiche estremamente rigide, tanto che i tempi di consegna vengono misurati al minuto. Un errore nelle previsioni può causare inefficienze costose. La situazione è diventata ancora più critica negli ultimi anni, a causa delle difficoltà logistiche e dei blocchi alle frontiere che hanno ridotto la disponibilità di materie prime.
Per affrontare queste sfide, i responsabili delle operations hanno compreso l’importanza di integrare la pianificazione con una gestione ottimale delle informazioni, al fine di monitorare costantemente la situazione e reagire in tempo reale agli imprevisti. La mitigazione del rischio, dunque, passa anche attraverso l’adozione di tecnologie avanzate, come il tracciamento in tempo reale, l’uso di algoritmi per ottimizzare i percorsi e la gestione predittiva. Tuttavia, la gestione delle informazioni riguarda anche l’identificazione di nuove opportunità che potrebbero emergere.
Ad esempio, a causa del riscaldamento globale, alcune rotte marittime che un tempo erano impraticabili stanno diventando accessibili per il passaggio di navi mercantili. È il caso della cosiddetta ‘rotta artica’, che collega l’Asia all’Europa passando per l’Oceano Artico anziché attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez. Questo percorso ridurrebbe i tempi di percorrenza da circa 40 giorni a 18, con notevoli risparmi sui costi logistici. Sebbene non si tratti di una soluzione immediata, con il primo servizio regolare di container partito recentemente da una compagnia cinese, la rotta del Mare del Nord potrebbe diventare economicamente sostenibile entro il 2033. Nel frattempo, le aziende stanno cominciando a monitorare attentamente questa evoluzione, pronti a valutarne le implicazioni a lungo termine.
Che fare, quindi, per affrontare un contesto così instabile e in continua evoluzione? La risposta risiede nella creazione di processi agili, capaci di adattarsi velocemente a disruzioni e cambiamenti improvvisi. In altre parole, la logistica non può più essere vista come un semplice centro di costo da ottimizzare, ma come una funzione che, se gestita correttamente, può fare la differenza anche in un contesto economico globale sempre più volatile e imprevedibile.

