In una bella struttura, impreziosita da un curato giardino e da confortevoli camere (ove, eventualmente, ci si può fermare per la notte), trova spazio questa osteria, assai sui generis. L’ambiente è moderno e luminoso, con grandi vetrate che guardano verso le acque del Benaco. Ed è proprio l’acqua – richiamata sin nel nome della locale – la protagonista della proposta di cucina, portata avanti con capacità dalla brigata.

Gli elementi che nell’equoreo elemento vivono (i pesci, i molluschi, i crostacei), o che da esso traggono vita (le piante e gli animali), sono i perni di piatti pensati in modo classico, ma realizzati in modo contemporaneo. Non si ha paura – qui – di proporre, su belle rotondità, moderati azzardi gustativi, e attenti affondi aromatici: l’amaro e l’acido fanno capolino fra le pietanze, spesso sostenuti da spezie ed erbe aromatiche, come nei casi – per esempio – della pappa al pomodoro con salsa ai ricci di mare e cozze o del luccio con lardo pestato, cicoria, aglio e scorza di limone. Di valore sono anche le carni così come la selezione dei crudi di mare. Si distinguono poi per bontà i dolci e la piccola pasticceria.

La cantina è più che fornita, sia di etichette italiane sia di bottiglie d’Oltralpe, a ricarichi più che corretti. Il servizio è attento e affabile. I menu degustazione, proposti a prezzi convenienti, sono quattro: «Buio» (a 70 euro), «Acqua dolce» (a 80 euro), «A tutto pesce» (a 95 euro) e «Caviale» (a 175 euro).