Le operations aziendali stanno vivendo un periodo di profondi mutamenti. Quello che un tempo era un mondo relativamente stabile, dominato dalla pianificazione e dalla gestione lineare dei flussi, oggi è un panorama segnato dalla discontinuità logistica, dalla digitalizzazione aggressiva e da una competizione globale che si fa sempre più spietata. Per chi si occupa di operations, il compito di garantire efficienza e competitività richiede non solo una visione strategica, ma anche l’agilità necessaria per rispondere a continui cambiamenti.
Ecco perché le aziende di successo devono essere in grado di reagire rapidamente a sfide globali, sfruttare le tecnologie emergenti e ottimizzare continuamente i propri processi. Lo scorso fine settimana, queste aziende di successo, le Champions, selezionate da ItalyPost per L’Economia del Corriere della Sera sulla base di stringenti criteri di bilancio, si sono riunite al Cuoa Business School di Altavilla Vicentina (VI) per confrontarsi non solo sulle strategie imprenditoriali che hanno messo in campo per ‘crescere nonostante’, ma anche i modelli organizzativi con cui stanno traghettando le loro fabbriche nelle disruption degli ultimi anni.
Partiamo dalle catene di approvvigionamento, che come mai prima d’ora si trovano sotto pressione. Pandemia, guerre commerciali e disastri geopolitici sono solo alcuni dei fattori che hanno interrotto i flussi globali, facendo emergere una nuova realtà: la sostenibilità delle supply chain non dipende più solo dalla centralizzazione, ma dalla sua resilienza e dalla sua flessibilità. Per questo le aziende devono essere pronte a reagire in tempo reale a cambiamenti improvvisi e a ridisegnare i propri modelli operativi.
È il caso di Agugiaro & Figna Molini, che ha dovuto affrontare enormi sfide logistiche durante la pandemia. “Con la pandemia, il mercato si è raffreddato e i distributori hanno dovuto smaltire i magazzini colmi”, racconta Riccardo Agugiaro, amministratore delegato dell’azienda. La soluzione? Investire in un magazzino centralizzato che permettesse di migliorare l’efficienza nella gestione delle scorte e preservare la qualità dei prodotti, rispondendo così in modo efficace alle interruzioni della supply chain. Un esempio che dimostra che per affrontare le interruzioni le aziende non devono solo ‘sopravvivere’ alla crisi logistica: devono trasformarla in un’opportunità per diversificare e ottimizzare le proprie risorse.
Ma la trasformazione non si ferma alla logistica. Per le aziende moderne, il cambio di paradigma produttivo è ormai una necessità. L’automazione e l’Intelligenza Artificiale sono alcuni (probabilmente i più diffusi) degli strumenti che stanno plasmando questa evoluzione in cui i processi sono ottimizzati e l’efficienza è la norma. A portare l’esperienza della sua azienda in questo ambito è stato Angelo Luigi Marchetti, amministratore delegato di Marlegno: “Investire in questi strumenti è diventato una necessità per rispondere alla pressione del mercato e continuare a crescere”, ha detto.
E questo porta a un altro punto: la sfida globale. Le aziende, infatti, non competono più solo a livello nazionale, ma devono essere pronte a reagire ai cambiamenti in tempo reale in un mercato che corre più velocemente che mai. La flessibilità operativa e la capacità di adattamento sono essenziali per non soccombere. SAATI, attiva nel settore dei tessili tecnici, ha affrontato la sfida dell’internazionalizzazione con un approccio innovativo: “Per diversificare, ci siamo concentrati sulla produzione locale per il mercato locale”, ha detto il Global Fabrication Director Giacomo Zaina.
Grazie a questo approccio, SAATI ha potuto accorciare le filiere, ridurre il time to market e migliorare la risposta alle esigenze dei clienti globali. Un altro ingrediente fondamentale è stato il passaggio a una struttura più managerializzata anche nella gestione delle sedi produttive. Un ingrediente che, hanno spiegato le aziende Champions, non manca mai nel loro ‘mix’ per ‘crescere nonostante’.