Con l’evoluzione del mercato e la crescente necessità di rispondere prontamente alle richieste dei clienti, le aziende si trovano a dover ripensare le loro strutture produttive. Tra i modelli di produzione più discussi vi sono quelli push e pull, due modelli che si differenziano per il loro approccio alla gestione delle operations, ma, in molti casi, la soluzione migliore risiede nell’ibridare i due sistemi, combinando i vantaggi di entrambi.
Sarà proprio questo il tema del nuovo numero del settimanale OperationsManager, che sarà disponibile sul sito operationsmanager.it a partire dal primo pomeriggio di domani, venerdì 11 luglio. L’inserto dedicato al mondo dei processi e dei loro architetti nelle fabbriche, edito da ItalyPost in collaborazione con auxiell e AzzurroDigitale, vedrà intervistate tre realtà (e tre dei loro protagonisti): Arblu, La San Marco e Roncadin.
La produzione push si basa sulla previsione della domanda e una pianificazione anticipata, così da ‘spingere’ i prodotti lungo la catena produttiva secondo le stime di vendita. Questo modello è utile in contesti con domanda stabile, come nelle produzioni di massa, permettendo economie di scala e riduzione dei costi unitari. Tuttavia, dipende fortemente dalla precisione delle previsioni, che se errate possono portare a sovrapproduzione e a costi di stoccaggio elevati.
La produzione pull, al contrario, si adatta alla domanda effettiva, producendo solo quando c’è una richiesta concreta. Questo modello, tipico dei sistemi Lean e just-in-time, riduce le scorte e gli sprechi, rendendo l’azienda più flessibile in mercati volatili. La produzione pull è particolarmente adatta quando la domanda è difficile da prevedere, ma richiede una gestione precisa della supply chain per garantire la disponibilità delle materie prime.
Le aziende che decidono di ibridare queste due logiche possono utilizzare la produzione push per componenti standard e quella pull per prodotti personalizzati o a domanda variabile, così da ottimizzare l’efficienza, evitare sovrapproduzioni e rispondere rapidamente alle variazioni di mercato. Per implementare questa ibridazione, è necessario avere sistemi previsionali avanzati e un controllo accurato delle scorte, ma anche una stretta integrazione.
La chiave sembra quindi essere quella di adottare un approccio equilibrato che combini i benefici della produzione basata su previsioni con la flessibilità di quella guidata dalla domanda reale. Solo con una gestione accurata della supply chain, l’uso di sistemi tecnologici avanzati e un’attenta pianificazione delle risorse le aziende possono trarre vantaggio da entrambi i modelli, migliorando la loro competitività nel lungo periodo.