L’agone delle acque dolci dei laghi subalpini è parente stretto della sarda mediterranea. Ecco spiegato il motivo per il quale sul lago d’Iseo, con epicentro in Monte Isola (l’isola lacustre più grande d’Europa) gli agoni essiccati e conservati sott’olio prendono il nome di sardine. Nella stagione di pesca propizia (e consentita) i pesci vengono eviscerati, quindi stesi all’aria fino all’essiccamento ottimale, infine sovrapposti, pressati per sgrondare il grasso e ricoperti di olio. Si mangiano tutto l’anno accompagnati dalla polenta. I Soardi, papà Nando ed il figlio Andrea, sono pescatori professionisti e maestri della tecnica di conservazione.