“Stradario aggiornato di tutti i miei baci” è il libro con cui Daniela Ranieri concorre per il Premio Campiello, di cui scopriremo il vincitore il 3 Settembre al Teatro La Fenice di Venezia. Autrice e giornalista del Fatto Quotidiano, Ranieri affronta in un romanzo psicologico il difficile personaggio del Don Giovanni donna ripercorrendone le relazioni e il suo bisogno di essere amata
Il Premio Campiello nasce nel 1962 per iniziativa degli Industriali veneti, con la vittoria di Primo Levi, ma da quella prima edizione si conferma anno dopo anno come uno dei premi più prestigiosi del panorama letterario nostrano. Durante la cerimonia del 27 maggio scorso la Giuria dei Letterati ha selezionato la cinquina finalista. Alla Giuria dei 300 Lettori anonimi la scelta ora del titolo vincitore che sarà proclamato a settembre alla Fenice di Venezia
Mariacristina Gribaudi affianca il lavoro come imprenditrice alle innumerevoli attività per la promozione del rapporto tra impresa e cultura, tra cui il ruolo di presidente nel Comitato Tecnico di Gestione del Premio Campiello. Un premio che, secondo Gribaudi, mantiene inalterata la sua vocazione iniziale e che deve la sua autorevolezza e longevità al doppio sistema della giuria di Letterati e Lettori
“La foglia di fico, Storie di alberi, donne, uomini”, è uno dei cinque libri finalisti che concorrono al Premio Campiello, di cui scopriremo il vincitore il 3 settembre a Venezia. Antonio Pascale, scrittore, saggista, ispettore del Ministero alle Politiche Agricole, trova nelle piante il pretesto narrativo, simbolico, lirico e scientifico per un romanzo che procede senza una esatta cronologia, presentando un groviglio inestricabile tra umano e vegetale
“I miei stupidi intenti”, è uno dei cinque libri finalisti che concorrono al Premio Campiello, di cui scopriremo il vincitore il 3 settembre a Venezia. Bernardo Zannoni, classe 1995, è al suo esordio letterario con una storia che a partire dalla faina Archy parla profondamente di noi, del nostro essere animali a dispetto delle sovrastrutture sociali ma al contempo distanziarci dallo stato di Natura attraverso il linguaggio e la coscienza
Il Premio Campiello nasce nel 1962 per iniziativa degli Industriali veneti, con la vittoria di Primo Levi. A sessant’anni da quella prima edizione, il Campiello si conferma come uno dei premi più prestigiosi del panorama letterario italiano. Il 27 maggio si è tenuta la cerimonia nella quale la Giuria dei Letterati, presieduta da Walter Veltroni, ha scelto la cinquina finalista tra le oltre 360 opere ricevute. Il 3 settembre si terrà alla Fenice di Venezia la serata conclusiva con la scelta della Giuria dei 300 Lettori anonimi
Stefano Boeri, riconfermato alla Presidenza di Triennale Milano, ha spiegato come già all’inizio della pandemia si fosse scelto il tema dell’ignoto, per individuare una nuova “forma di conoscenza” con cui affrontare il futuro. Un approccio multidisciplinare, in cui gioca un ruolo di primo piano la scienza, che ha coinvolto nella kermesse scienziati, architetti, artisti, ricercatori, confermando Triennale come luogo di riflessione privilegiato
In occasione della 23esima Triennale Milano torna la seconda Triennale Game Collection. In un’app gratuita per smartphone saranno disponibili cinque titoli realizzati da diversi designer indipendenti provenienti da tutto il mondo. Per valorizzare un settore che, in Italia, ha realizzato nel 2021 vendite da 2,2 mld (+2,9% sul 2020) e 15,5 mln di giocatori
Tra i progetti presentati ieri, venerdì 15 aprile, alla Triennale di Milano, l’Alchemic Laboratory della Professoressa di Tecnologia dell’architettura Ingrid Maria Paoletti. Inserendosi sul tema della XXIII Esposizione, Unknown Unknowns, che sviluppa un percorso espositivo sul tema dell’ignoto come fattore ineludibile di ogni pratica conoscitiva, il laboratorio mira a far riflettere su quanto ancora non conosciamo della materia e su alcuni luoghi comuni che abbiamo rispetto ad essa
Non solo la Triennale in una Milano estiva ricca di eventi culturali, a garantire l'ampio calendario di appuntamenti anche la kermesse ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, che ha come progetto quello di incrociare saperi e arti diverse, portando da Milano in altre diciannove città le eccellenze del mondo culturale e scientifico. Fino al 3 agosto la rassegna itinerante si articolerà in 60 incontri accogliendo più di 150 ospiti italiani e internazionali
Si può parlare di ritorno alla normalità per la stagione estiva dei concerti live, ma restano molti nodi da sciogliere. Il gran numero degli eventi previsti accentua, per le aziende del settore audiovisivo che forniscono gli impianti acustici e di illuminazione, la mancanza di personale qualificato. Non aiutano le chiamate all’ultimo minuto, il caos nella logistica e la difficoltà nel reperimento del materiale tecnico necessario. Le testimonianze di Q Studio (Mestre, Ve) e Evoluzione Sonora (Coccaglio, Bs)
Il calendario estivo degli spettacoli di musica dal vivo è ripartito a pieno regime, ne sono prova i 701mila fans totalizzati dal tour di Vasco Rossi. La ricca offerta tenta di recuperare le stagioni 2020/2021, anche se rende difficile agli spettatori scegliere e anche di più agli organizzatori avere materiali e maestranze necessari. È però a tutti gli effetti una boccata d’ossigeno per un settore colpito duramente dalla pandemia e che necessita di un adeguato ripensamento legislativo
Sempre più concerti si propongono come “eventi green” cercando soluzioni sostenibili per ridurre l'impatto ambientale con misure per contrastare lo spreco alimentare, il ricorso ai contenitori di plastica e l'utilizzo delle automobili. Tra i vari artisti Cesare Cremonini e Marco Mengoni, attraverso la collaborazione con Live Nation. Talvolta però il rischio è che si tratti di greenwashing, promuovendo buone azioni che si rivelano ambientalismo di facciata
Durante la pandemia più che le organizzazioni della filiera dello spettacolo ad essere colpite sono state le categorie meno tutelate dei liberi professionisti, di quel “complesso che lavora attorno ad uno spettacolo, per i quali è venuta a mancare di colpo qualsiasi fonte di reddito” spiega Federico Pupo, violinista, docente e direttore di Asolo Musica - Veneto Musica. Anche a loro garanzia le amministrazioni hanno promosso i numerosi eventi della stagione estiva
La globalizzazione, che ha proposto un certo modo di intendere la crescita svincolato da limiti, ha causato effetti negativi che ci impongono di ripensare l’organizzazione economica del nostro mondo e l'atteggiamento individualistico che ne è alla base: “Siamo, come tutte le forme di vita, in relazione con il resto”, spiega il giornalista, sociologo ed economista Mauro Magatti. Nel corso del Festival “Relazionésimo 2030” ne tratterà durante l’evento “L’economia delle Relazioni, per un nuovo contratto/patto sociale”
Il calo di iscrizioni alle scuole alberghiere segnala le sofferenze del settore ristorativo: turni massacranti, eccessivi oneri burocratici e tassativi e la mancanza di un percorso formativo uniforme sul territorio nazionale sono i problemi principali del comparto. “Le relazioni servono a guardare la cucina con occhi nuovi, ce lo chiede la stretta attualità”, ha spiegato la responsabile magazines di Italian Gourmet Atenaide Arpone. Puntare sulla formazione rende più conveniente l'assunzione degli apprendisti
Le C-Corp oggi sono espressione della volontà per un’impresa di “interpretare con consapevolezza il proprio ruolo come parte integrante delle Comunità”, come spiegato da Paolo Gubitta, docente di Organizzazione aziendale e Imprenditorialità all'Università di Padova. Ma fu Alessandro Rossi già nell’800, a ripensare la struttura aziendale di Lanerossi, impresa ereditata dal padre, come un esempio pratico di matrimonio tra business e sostenibilità sociale
Una manifestazione fuori dagli schemi che si terrà a Vicenza tra il 15 e il 17 luglio, e che mette al centro le relazioni come motore per avviare un nuovo sviluppo economico e sociale. Tanti gli ospiti previsti: da Simone Cristicchi a Giuseppe Fiorello, da Vittorio Sgarbi alla cantante Noemi. E più di 60 convegni per recuperare il vero significato del termine Economia: “Quello dell’avere cura. Della casa, dell’ambiente in cui siamo, delle nostre industrie”, spiega Ombretta Zulian, imprenditrice e organizzatrice dell’evento
Un cilindro color mattone dove si conservano pellicole. Ma non solo. La Cineteca è anche una fucina che crea sinergie: il cinema Lumiére, la Biblioteca, le Manifestazioni, il progetto del cinema ritrovato al cinema con cui porta nelle sale italiane i film restaurati. Ma soprattutto il laboratorio L’immagine Ritrovata, fiore all’occhiello, punto di riferimento nel panorama internazionale con la sua attività di ricostruzione filologica ed estetica delle pellicole
Il Festival del Cinema Ritrovato di Bologna per Antonio Costa, saggista e storico del cinema, è un'occasione per avviare una riflessione sull'anima della manifestazione, tornata in presenza dopo la pandemia, e sul recupero delle pellicole restaurate nelle sale. Non vanno però demonizzate le piattaforme, “tanto il festival bolognese, quanto il programma distributivo puntano su una visione collettiva insostituibile”
Nelle piccole sale cinematografiche stiamo assistendo ad un “ritorno al passato”? Sembra che sempre più cinema scelgano di proiettare classici o film d’essai: “Siamo piacevolmente sorpresi dalla voglia del pubblico di un cinema che guarda al passato”, racconta Fassina, direttore del Multiastra di Padova. Intanto, dalla pandemia in poi, è cambiato lo stesso target di spettatori: protagonista la generazione Z e gli over 70, mancano all’appello gli adulti compresi fra i 40 e i 60 anni
Si apre oggi, 25 giugno, la trentaseiesima edizione dell'evento, con Stefania Sandrelli e la versione restaurata del Conformista di Bertolucci. Da manifestazione di nicchia a kermesse sempre più partecipata, il Festival deve il suo successo, secondo il critico cinematografico Roy Menarini, “alla commistione tra rigore scientifico del restauro e il format disimpegnato”. Con la sua vocazione internazionale richiama molti turisti dall'estero proponendo Bologna come una Mecca del cinema
Le città vanno riurbanizzate in chiave sostenibile. Molti i progetti che ripensano il tessuto urbano partendo dagli edifici scolastici, per renderli luoghi per la comunità a 360° in cui si svolgano altre funzioni oltre quella didattica. In questo senso il Scuola Social Impact di Alfonso Femia, un progetto culturale di attivazione di architetti, politici, amministratori e presidi, che propone soluzioni perché la scuola non sia più un incubo gestionale e finanziario
Mostrare nuovi modi sostenibili di vivere, abitare, fare impresa. Questo l’obiettivo che si è proposta la Professoressa di urbanistica Elena Granata, che nella sezione tematica da lei organizzata nel corso del Festival della Green Economy, ha selezionato le testimonianze di tanti “placemaker” diversi, coloro che sono capaci di dare nuovi significati ai contesti di appartenenza. Quello che serve è l’immaginazione, secondo Granata: “la facoltà più concreta che l'essere umano possa avere”
Di fronte alla tendenza ad abbandonare i grandi centri a favore di zone più periferiche, si afferma il bisogno di rendere i territori più attrattivi. A portare avanti progetti in questa direzione sembrano essere le imprese, perché più abituate ai cambiamenti e alle trasformazioni. O forse perché, a differenza del settore pubblico, “sanno guardare a lungo termine”. Lo dimostra BIellezza, fondazione creata da Paolo Zegna nel 2020 e da sempre impegnata nello sviluppo sostenibile del Biellese
La montagna non è solo un luogo marginale, un “residuo infruttifero” come definita da Giuseppe De Rita. Soffre di oggettivi problemi di infrastrutture, collegamenti e organizzazione dei servizi, e quindi di un costante calo demografico e di un progressivo invecchiamento della popolazione. Ma per Ferrazzi (Confindustria Belluno Dolomiti) “si può lavorare sugli stereotipi e ripartire da esempi come Luxottica ed Errebi. Può essere luogo di laboratori, energie alternative ed edilizia sostenibile”
Il modello innovativo di museo si lega a doppio filo alla sostenibilità. Sia ambientale, attraverso la scelta di certi materiali e l’autoproduzione energetica. Ma anche di sostenibilità sociale, facendolo diventare l’istituzione museale “luogo di incontro e di scambio attivo, prima che vetrina passiva, per la comunità che lo ospita”. Ne abbiamo parlato con Luca Molinari, direttore del Museo del Novecento di Mestre (M9)
Giovanni Giusto ad di Lyfeanalytics, gruppo italiano di laboratori specializzati in analisi chimiche, fisiche e microbiologiche ha spiegato nel corso dell’evento della Green Week “Naturale è sinonimo di qualità? E cosa cambia dopo la legge sul Biologico?” come sono cambiati i test sul biologico e se sia uno strumento valido per perseguire la sostenibilità. "Il prodotto bio è l'unico che ha un impatto nullo a livello di contaminazione del suolo"
La Carbon Footprint della filiera del vino dimostra come sia necessario attuare una riorganizzazione, che non passa solo attraverso le certificazioni, ma che affronta anche gli snodi problematici relativi al consumo d’acqua e al packaging. Di questo e tanto altro si parlerà a Parma, all’evento in programma oggi, sabato 11 giugno, alle 11.30, “La filiera sostenibile del vino”
La sostenibilità è sempre più ricercata nella moda, e forse anche per questo il settore è vittima di una delle forme peggiori di greenwashing. Esempio di cosa significhi davvero essere “green” sono le aziende Champions Manteco e Scarpa. Marco Mantellassi (Manteco): “Noi ci certifichiamo, per basare la sostenibilità sui dati. E lavoriamo sulla filiera corta”. Bolzonello (Scarpa): “Fondamentale è avere valori comuni in azienda. Poi serve investire in R&S e ammodernare gli impianti”
In forte crescita nel settore moda il trend della second hand economy, un’opportunità che nasce da una percezione diversa che i consumatori hanno nei confronti dell'usato, ma anche delle modalità di vendita e della progressiva digitalizzazione. A parlarcene la Professoressa Rinaldi, co-autrice del libro L'impresa moda responsabile, presentato sabato 11 Giugno al Festival della Green Economy di Parma
Avvocato, imprenditrice, ricercatrice e attivista, Bedat si troverà in Italia per la prima volta per la presentazione dell’edizione italiana del suo libro "Il lato oscuro della moda. Viaggio negli abusi ambientali (e non solo) del fast fashion". Fra i finalisti del Book of the Year del Financial Times, l'opera è un'incursione nei meccanismi più opachi del settore moda
La definizione di cosa sia sostenibilità oggi è legata ad una serie di criteri che permettono anche a gruppi del Fast Fashion di sembrare green. Per Luca Vignaga, amministratore delegato di Marzotto Lab, si deve parlare di moda responsabile, includendo nel concetto di sostenibilità altri parametri come l’equa retribuzione dei lavoratori nonché la loro possibilità di tutelarsi attraverso sindacati
Dal 2017 Simone Verde è il nuovo direttore del Complesso della Pilotta, una serie di edifici di ben 40mila metri quadri nel centro storico di Parma. Un complesso che Simone Verde ha voluto ripensare profondamente. Abbiamo parlato con lui di sostenibilità nel mondo dell’arte, tema al centro del suo intervento nell’arco della Green Week. Una sostenibilità che può stare anche nell’elaborazione della struttura stessa del museo, “strumento privilegiato di condivisione delle conclusioni della ricerca scientifica e dell'innovazione che l'intellettuale ha con il pubblico”
Di sostenibilità oggi ”tutti ne parlano, tutti la fanno, tutti la usano” e assistiamo a quella che il direttore artistico della Manifattura Bonotto definisce “un’overdose comunicativa”. In molto settori, per riuscire a distinguere la vera sostenibilità, si sono create delle patenti emanate da enti certificatori appositi, come la plastica Grs e la RWS per la lana. Nell'arte questo non c'è ancora e la discussione rimane fondamentale per avviare una riflessione che insegni a saper riconoscere
La sostenibilità e l’arte, un connubio che nasce negli anni ‘60 con la Land Art. Ma che oggi, con l’intensificarsi dell’emergenza climatica, vede moltiplicarsi il numero degli artisti impegnati sul fronte della tutela ambientale. Ma prima di definire il settore realmente “green”, non si può non prendere in considerazione l’impatto del mercato dell’arte stesso. Il ricco calendario di fiere, mostre e aste, si fonda infatti su meccanismi tutt’altro che sostenibili
Arte Sella è una realtà nata nel 1986, grazie all’intuizione di Emanuele Montibeller. Lì, a Borgo Valsugana, l'idea di arte sostenibile si concretizza in un bosco che non è solo spazio espositivo ma protagonista esso stesso dell’opera artistica. Sabato 28 maggio l'inaugurazione di due nuove opere: il Tobusa Bench della designer Satoko Shinohara, e l’opera “nomade” del Bamboo Ring di Kengo Kuma
È un argine da costruire quello che Nina, protagonista di “Nina sull'argine” di Veronica Galletta, è chiamata a realizzare in qualità di ingegnere. Ma è anche l’approdo di un percorso di crescita personale. Una storia che parla di come affrontare oggi il mondo del lavoro, attingendo a risorse personali che possono fare la differenza. Per Luca Vignaga, ceo di Marzotto Lab e giurato del Premio, “è una riflessione su come interpretare il lavoro. Dimostra che non occorrono né forza né brutalità"
Tra i cinque titoli finalisti del Premio Letteratura d'Impresa anche il saggio “Partecipare all'impresa globale. Una ricerca antropologica in Automobili Lamborghini”, di Fulvia D'Aloisio. Un saggio di facile lettura che presenta i risultati di una ricerca durata tre anni, condotta nei luoghi di lavoro di Lamborghini con gli strumenti del metodo etnografico. Un metodo che secondo Ivana Pais: “Permette di considerare simultaneamente, all'interno dello stesso spazio di ricerca, più cose insieme”
“Cosa vuoi di più dalla vita? Amaro Lucano: storia di un’Italia dal bicchiere mezzo pieno” è uno dei cinque libri finalisti che concorrono al Premio Letteratura d’Impresa, di cui scopriremo il vincitore questo autunno a Bergamo. Per Marco Bettiol, professore di Economia all’Università di Padova che ha partecipato in qualità di giurato alla selezione, questa storia incarna perfettamente i valori di molte imprese italiane: “Definirei tipicamente italiano prendere ciò che si ha a disposizione e portarlo al massimo del suo valore"
“L’album dei sogni” è uno dei cinque libri finalisti che concorrono al Premio Letteratura d’Impresa, il cui vincitore ci verrà svelato soltanto questo autunno a Bergamo. Francesco Timpano, docente universitario all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha partecipato in qualità di giurato alla selezione: “Il libro racconta l'intuizione di una famiglia che parte da una semplice edicola e che da lì mette in piedi un'azienda entrata nella storia del nostro Paese”
“Tante care cose. Gli oggetti che ci hanno cambiato la vita”, è uno dei cinque libri finalisti che concorrono al Premio Letteratura d’Impresa, di cui scopriremo il vincitore questo autunno a Bergamo. Giuseppe Lupo, scrittore, professore di letteratura italiana contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha partecipato in qualità di giurato alla selezione, ci racconta un po’ di questo libro che partendo dagli oggetti parla di modernità, design e tanto altro
Per Antonio Calabrò, presidente della giuria del Premio Letteratura d'Impresa, "la cultura è e deve essere un processo dialettico", anche quando riguarda le imprese. Ci racconta la "qualità del linguaggio" che contraddistingue I libri che compongono la cinquina finalista. Ma anche l'esperienza in Pirelli, che da sempre valorizza la promozione della cultura nel contesto aziendale. Perché “se un'impresa capisce il mondo, cresce meglio”
Il Premio si pone come obiettivo quello di far uscire dalle mura delle imprese quelle storie che hanno contribuito allo sviluppo dell’Italia. Raccontandone i valori ma anche “la sincerità delle ombre”. E fornendo così una nuova immagine delle fabbriche, vero motore del Paese. A Bergamo l’elezione del vincitore
Il Salone del Libro di Torino inizia il 19 maggio e, ormai giunto alla sua XXXIV edizione, diventa occasione per riflettere sulla sua utilità per la promozione della cultura. Tante le polemiche che hanno attraversato la sua storia, l’ultima relativa ai processi in corso per turbativa d’asta e peculato. Il Salone sembra oggi più un collettore di eventi spettacolari, che restituisce la fotografia di un settore, quello dell’editoria, caratterizzato da un’iper-produzione che preferisce la quantità alla qualità
La città meneghina negli anni è riuscita a togliere al capoluogo piemontese alcuni dei suoi più importanti eventi storici. Nel 2016 ci provò creando una manifestazione simile a quella del Salone del Libro di Torino chiamandola Tempo di Libri, ma si rivelò un flop clamoroso. Spiega un editore: “Torino nonostante tutto è l’editoria, Milano è troppe cose assieme. L’identità di un città conta”
Per le piccole case editrici partecipare al Salone è sempre uno sforzo non indifferente: spese di acquisto dello spazio espositivo, di vitto, alloggio e spostamenti. Alcune realtà, come la bolognese Calamaro Edizioni e la pavese Edizioni Altravista, evitano la partecipazione: “Alla fine il vero guadagno lo portano a casa solo i pochi che non ne avrebbero bisogno”. Altre invece, come Kellerman Editore e Marcos y Marcos: “Partecipiamo per ampliare la rete di contatti, anche se facciamo fatica ad emergere”
A contendersi il primo posto saranno “Tante care cose” di Chiara Alessi, “L’album dei sogni” di Luigi Garlando, “Nina sull’argine” di Veronica Galletta, “Cosa vuoi di più dalla vita? Amaro Lucano: storia di un’Italia dal bicchiere mezzo pieno” di Francesco Vena e Emiliano Maria Capuccitti e “Partecipare all’impresa globale. Una ricerca antropologica in Automobili Lamborghini” di Fulvia D’Aloisio. A Bergamo, in autunno, la proclamazione del vincitore
Affianco allo stile e alla creatività, anche un'ottica green. Questa è la visione dei giovani imprenditori che si affacciano sul mondo della moda. Che non dimenticano la nostra tradizione artigiana, ma gli affiancano uno spiccato senso di responsabilità sociale e ambientale. Al Città Impresa gli esempi di imprenditorialità virtuosa, in questo senso, di Niccolò Cipriani, Alice Zantedeschi, Giulia Bortoli e Serena Novello
Ospite al festival Città Impresa di Vicenza dove interverrà nel dibattito “Impresa tra memoria, cultura e innovazione”, Antonio Calabrò da sempre si impegna a divulgare la cultura d’impresa. Questo impegno è culminato nel suo ultimo libro “L’avvenire della memoria” che dipinge la cultura italiana come indirizzo per un nuovo modo di fare impresa, che sia etico, innovativo, competitivo
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